
Non si può essere fedeli nel raccontare la fine di una storia. Anche se sembra un controsenso (ma è solo una delle tante ipocrisie che ci toccano), quando viene il momento di dare la notizia siamo portati a non dire male della persona che abbiamo (o ci ha) lasciato. Anche se ci ha ferito più di chiunque altro, e non riusciremmo a perdonarla nemmeno se volessimo. Dobbiamo fare informazione, e temiamo l'apprezzamento del pubblico. Abbiamo paura che non capisca, che giudichi dal titolo, senza leggere; e in questo modo faccia scempio di tutto quello che c'era dietro e prima , tutto quello che per noi ha avuto senso e valore ed era nostro. Allora esponiamo una versione ufficiale della fine, che esponiamo sereni, pazientemente disposti a spiegare, come se il nostro atteggiamento benevolo vrso le ragioni dell'altro, così diverse dalle nostre, facesse passare l'idea che non abbiamo fallito del tutto. Non è il semplice orgoglioche ci spinge a impegnarci in questa finzione (....): è l'unico modo, per quanto disperato e falso, che ci resta per non tradire qualcosa che abbiamo amato.
Già. Per quanto disperato e falso.
Avevo scritto e tanto...e non ho saputo inviarlo, evidentemente! Uffi...
RispondiEliminaAvevo scritto che se l'amore è finito ed è finito male, dirlo con onestà e crudezza, nel caso, non ci rende traditori di quell'amore che era e non è più. Ci rende solo consapevoli dei nostri errori e di quelli dell'altro. E se l'altro è stato un bastardo, l'amore vissuto non cambia di una virgola.Mentre c'era, era, esisteva, anche se magari ce la siamo un po' raccontata. Poi è finito, male, tanto male, un po' bene, è finito. Forse che non lo sappiamo che la promessa di amore eterno attiene alle favole e alla fede? La meraviglia, in verità, è che si è capaci di amare ancora ancora e ancora, ogni volta, anche quando stiamo soffrendo da morire. Mancarsi lo racconta.Ed è vero, parola d'onore!
Maria
Leggero' il libro ovviamente, mi fido! sarah
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