Non andare cercando quale sorte il destino ha assegnato a me, a te; non consultare i maghi d'Oriente. E' meglio - vedi - non sapere; è meglio sopportare quello che verrà. Forse molti anni ancora stanno davanti a noi; forse questo inverno, che le onde del tirreno fiacca su la scogliera, è l'ultimo. Ma tu ragiona, vivi felice, e, poiché breve è la nostra vicenda, non inseguire i sogni di un futuro lontano. Ecco, mentre noi parliamo, il tempo invidioso se ne va. Cogli questo giorno che fugge, e non fidarti mai del domani.
(da Orazio, Odi, I, II)

mercoledì 4 marzo 2009

Il Passato è una Terra Straniera di Gianrico Carofiglio

Stasera il ritrovo non è in libreria perché nella saletta che ci ospita, prima del nostro incontro, si terrà la presentazione di un libro, 'anni 70 for dummies'. E alla presentazione di un libro, se si può, non si deve mancare! Alcuni degli Itineranti arrivano per tempo alla presentazione, altri arrivano sul finire. Viene apprezzata, è stata bella, sì! questa carrellata degli anni in cui la gran parte di noi è nata o è stata bambina, ma anche di chi li ha vissuti da adolescente, da protagonista. Però....il tizio è simpatico, è stato bravo, gli abbiamo anche comprato tanti libri ma sono le 19.40 e questo non molla la sala, non molla la scrivania. È contento perchè molta gente è stata attratta dalla sua presentazione: vi prego, non ditegli che siamo lì perchè siamo impazienti di parlare di Francesco e Giorgio! ...solo che non va via come si fa? Chiamo Alberto in disparte e gli dico che tocca a lui dirgli qualcosa. Allora Alberto gentilmente gli dice che, se non gli dispiace per dirla appunto con Carofiglio, ci deve cedere il posto. Povero Valerio Biagi,  ha realizzato finalmente ma non è per cattiveria, davvero!
Stasera son contenta è venuto anche Angelo...mi era parso che snobbasse gli itinerari ma i pregiudizi – come ben si sa – uccidono. Faccio ammenda. E c'è pure Katia che la volta precedente era troppo dispiaciuta per non essere potuta venire. Siamo in sedici. Temo però che devo iniziare ad essere severa: molti non hanno letto e l'elenco dei presenti è un'ecatombe di croci. Alberto mi guarda spaventato quando vede che segno con la lettera scarlatta molti nominativi!
Iniziamo. Oddio! Qui non ci sono gatti e non so da dove cominciare. Cioè: lo so ma so anche che tutti stanno fremendo per parlare dei due personaggi, però a me, oltre ai personaggi, ha colpito molto il modo di scrivere di Carofiglio, così inizio dalla scrittura che, come ho detto anche a lui, è semplice, efficace, diretta. Mi piace perchè non sembra studiata, sembra la scrittura di un amico che ti racconta una storia e in particolar modo c'è un pezzo che mi è piaciuto molto ed è quello dove i due vanno a cercare l'avvocato e  c'è questa figura retorica, l'anafora del 'se non gli dispiaceva' che io adoro  ( dico bene, Maria, si chiama così? ).
Alla platea però la scrittura interessa il giusto, i personaggi hanno così appassionato – chi ha letto ovviamente – che Katia parte. Il suo è un giudizio negativo perchè i due non le son piaciuti per niente, sono personaggi che si lasciano trascinare dagli eventi per cui davvero miseri. Le dico che probabilmente sì, sono miseri, ma è quello che c'è in giro del resto, ovvero gente soggiogabile come può essere Giorgio e gente con una forte personalità, debole anch'essa alla fine, ma che soggioga. Angelo non è d'accordo: pensa che Giorgio non è 'capitato' in quel mondo, lui ama quel mondo, lo ha scoperto e gli è piaciuto e vi resta. Anche Luisa pensa che Giorgio sta bene con Francesco, faceva una vita dove si annoiava, era troppo bravo ragazzo e Francesco semplicemente gli ha offerto un nuovo mondo. Federica aggiunge che i due personaggi sono dei deboli entrambi, che macinano nel loro io e che miseramente mostrano la loro supremazia di volta in volta sulle vittime al gioco o sulle donne. Luigi è molto deluso da Giorgio ( anch'io per la verità ) perché si aspettava qualcosa, un guizzo d'orgoglio, un attimo di rinsavimento e tra i due ammira più Francesco perché alla fine ha sempre fatto quello che voleva e, sebbene negativamente, resta propositivo. Angelo allora aggiunge che Giorgio non poteva essere propositivo perché di fatto è una persona vuota che non sa neanche cosa fare a Valencia ad esempio, si sente perduto quando resta solo nella città spagnola e, un ragazzo normale o quanto meno un ragazzo, invece dovrebbe sapere benissimo cosa fare a Valencia. Barbara pensa anche lei che si tratta di personaggi plagiabili, e che il percorso di Giorgio è quasi un passaggio obbligato. Maria che è stata buona fino ad ora finalmente dice la sua e non è d'accordo con Luigi anzi si beccano amorevolmente. Sostiene, Maria, che una persona perbene come Giorgio, che da' tante soddisfazioni ai genitori, che ha una fidanzata regolare, altolocata, non poteva non esplodere perché il suo era un mondo di una noia mortale e se esplode è perché la misura era colma da un po'. Trova che Giorgio sia affascinante perché è l'esempio di come può perdersi un'anima dietro una tentazione sebbene lei sia atea e lo sottolinea. Pensa che la famiglia, come spesso capita, abbia caricato Giorgio di tante responsabilità a sua stessa insaputa ( vedi il riscatto di un figlio a posto contro una figlia persa ).  Luigi non è d'accordo. Maria lo redarguisce nella sua inflessibilità e, senza offesa,  spera che non debba mai guidare nessuno sennò la vede dura. Io e Giusy spesso ci guardiamo, abbiamo una nostra teoria sullo stupratore ma la sveleremo alla fine, intanto siamo anche d'accordo sul fatto che è superficiale pensare che Francesco manipoli Giorgio dall'inizio alla fine, semplicemente quest'ultimo ha trovato nell'altro la sua giustificazione e ha davvero paura di tornare alla vita piatta ante francesco. Io penso esattamente così e credo inoltre che Giorgio sia ancora più negativo di Francesco perché si nasconde dietro il suo falso perbenismo affossando completamente la sua dignità e tra l'altro gli va anche bene – come spesso capita nella vita reale purtroppo - perché alla fine non gli si addebita nulla e, sebbene abbia gridato ' fermati ', c'era pure lui in quell'androne. C'era pure lui che, subito, non si era sottratto all'idea di compiere anche quel crimine. Si è sottratto solo quando il baratro era sotto di lui e lo stava per ingurgitare. Maria mi guarda e dice che sono durissima. È vero. Posso essere dolcissima ma nella stessa misura a volte sono anche durissima. Proprio come la vita. Luigi continua a ribadire che non vede il senso di una dipendenza tra i due personaggi, che nella vita reale non esiste...hmmm, siamo certi? Coro unanime di no. Angelo fa notare che esiste eccome! Che spesso la domenica gli stadi sono teatri di ragazzi che, semplicemente sull'onda emozionale di una partita di calcio, trascinati, 'criminano' a cuor leggero. E non solo. Sono anche presuntuosi nel dire che sì, è un mondo che frequentano ma ne escono quando vogliono, proprio come i tossicodipendenti. Mentre la discussione è accesa e interessata un gruppetto sta sognando bomboloni e crepes....e sì che non abbiamo cenato però pazientate ancora un po', vi prego! Anche perché Lorenzo sta dicendo una cosa interessante ovvero che spesso la famiglia mostra un amore inadeguato, che spesso le radici sono quelle che ci condizionano più di tutte al di là delle persone e che risulta davvero difficile schierarsi e giudicare i due personaggi. Rosanna è stata zitta fino ad ora ma la vedo che esige il suo spazio, giustamente. E finalmente tira fuori il terzo personaggio, quello che ha colpito me e Giusy, l'altro Giorgio, il tenente. Che ci sta a fare questo Giorgio? Cosa c'entra? È un personaggio molto preoccupante, molto complesso, con dentro una violenza grandissima, con queste emicranie continue, musica bassa, luce soffusa. La ragione di questo personaggio non può non essere il fatto che sia l'anello di congiunzione tra i due principali personaggi. Io penso che la ragione sia un'altra e più forte anche, ma aspetto a dirlo. Continua Rosanna: tutti abbiamo lati violenti o lati di compassione, siamo 'sani' solo se la parte compassionevole prevale su quella cattiva, bene e male devono scontrarsi, i fantasmi del passato devono essere riesumati perché altrimenti tornano da soli. L'unico limite dunque alla cattiveria umana è la compassione. Giorgio dinanzi all'avvocato l'aveva provata ma l'aveva subito rifuggita, anche dinanzi ad Angelica forse. La compassione come unico limite, la dignità come unico aspetto del nostro io ad essere intoccabile. Svisceriamo però bene il personaggio tenente. Ecco: io penso, e Giusy con me, che Giorgio il tenente possa essere lo stupratore perché sennò è un personaggio troppo importante, è un personaggio troppo ben fatto, troppo complesso  per essere solo un tenente che risolve degli stupri seriali di cui alla fine si sa davvero poco. E come li risolve se non si hanno dati? Il fatto che Francesco sia stato colto in flagranza di reato è solo un caso, dei precedenti stupri non si sa nulla e infatti non gli vengono neanche addebitati. Lorenzo dice che forse la ragione della figura di Giorgio tenente è che poteva essere quello che è stato Giorgio studente ma, da bravo ragazzo, non si era lasciato traviare. Va bene. La tesi di Giorgio tenente probabile stupratore coinvolge un po' anche Katia e pure Letizia ci aveva pensato finché Angelo non l'ha scoraggiata dicendo che il finale è proprio così come è scritto. Maria è delusa dal finale perché è piatto, ha riportato il libro esattamente all'inizio. Penso. Ci ho pensato molto a questa cosa e mi son detta che siamo strani però: siamo tutti alla ricerca della serenità ma alla fine le vite piatte ci piacciono poco. Siamo tutti un po' giorgio alla ricerca di un francesco che giustifichi momenti di brio.

Ci vediamo il primo aprile, e non è un pesce d'aprile, alle 19.30 come sempre con la lettura di ad occhi chiusi.

Letti!

Tutti!