Non andare cercando quale sorte il destino ha assegnato a me, a te; non consultare i maghi d'Oriente. E' meglio - vedi - non sapere; è meglio sopportare quello che verrà. Forse molti anni ancora stanno davanti a noi; forse questo inverno, che le onde del tirreno fiacca su la scogliera, è l'ultimo. Ma tu ragiona, vivi felice, e, poiché breve è la nostra vicenda, non inseguire i sogni di un futuro lontano. Ecco, mentre noi parliamo, il tempo invidioso se ne va. Cogli questo giorno che fugge, e non fidarti mai del domani.
(da Orazio, Odi, I, II)

domenica 20 ottobre 2013

L'immensità del mare è sorella maggiore del grembo materno (Erri de Luca)

Per quelli che l'attraversano ammucchiati e in piedi sopra imbarchi d'azzardo, il Mediterraneo è un buttadentro.
Al largo d'estate s'incrociano zattere e velieri, i più opposti destini.
La grazia elegante, indifferente di una vela gonfia e pochi passeggeri a bordo, sfiora la scialuppa degli insaccati.
Non risponde al saluto e all'aiuto. La prua affilata apre le onde a riccioli di burro.
Dalla scialuppa la guardano sfilare senza potersi spiegare perché, inclinata su un fianco, non si rovescia, affonda, come succede a loro.
Qualcuno d loro sorride a vedere l'immagine della fortuna. Qualcuno ci spera, di trovare un posto in un mondo così.
Qualcuno di loro dispera di un mondo così.

                                                   (da Storia di Irene, Erri de Luca)

mercoledì 16 ottobre 2013

Il mio Aleph

La stanchezza per non aver dormito mi abbatteva, ma andai lo stesso. C'erano buone ragioni per singhiozzare ancora, brevemente, di felicità. Al principio lo pensai cautamente, quasi con indifferenza. Poi sempre più con insistenza, e disperazione. Sentii freddo. L'evidente somatica solitudine mi riempiva di freddo. Sentii che non avrei resistito. Mi affacciai nella città, subito rientrai. Il freddo era invincibile, ma pure volontario. E dentro a quegl'artifici mortali dov'ero rientrata trovai rimedio,a l freddo e alla solitudine. Fu tutt'uno. Prima di un parallelepipedo rotante gigante avvenne un fatto incredibile. Subito mi stupii evidentemente della modernità della costruzione, e risi. Poi, più ancora, mi stupii dell'antichità del mio sentimento, e sorrisi. Abbracciai la città abbracciata al cielo. Guardai i palazzi che guardavano per primi le prime stelle.  Così scesi alla cieca per strada e nei labirinti bui, veloci, affollati, terribili per gli occhi e per chi ha paura. Una benedizione per chi vuole rubare un bacio. Saranno stati dei pazzi quelli che li hanno costruiti, pensai. Saranno tutti morti, che peccato. Avranno cantato, da qualche parte sopra l'arcobaleno. Singhiozzai.

lunedì 7 ottobre 2013

Mancarsi, Diego de Silva

Un libro di poche pagine Mancarsi, ma denso denso denso da voler sottolineare tutto. Eppure a Marco ha fatto schifo e non capisce perché l'abbiano osannato ovunque. Guiliana non sopporta i personaggi che non parlano, non avrà letto proprio in questo libro che in amore si tace più di quanto si dica. Maria invece, dopo averlo letto, ha voluto leggere tutti gli altri libri dell'autore.
Mancarsi è il racconto di due persone che sarebbero perfette assieme, ma non lo sanno. O non lo sanno ancora. L'una se n'è andata da un matrimonio, l'altro è stato lasciato solo dalla morte. Forse, alla fine, si incontreranno.
Oltre a Marco, Giuliana e Maria, ci sono questa sera Sarah, Luigi e Giuseppe, Rosanna, Alessandra, Matteo ed io.
Maria è sconvolta dall'esordio di Marco e Giuliana, e vorrebbe sapere cosa ci cerca dunque in un libro. Giuliana semplicemente vorrebbe essere trasportata in un altro mondo. Lei di vite parallele vuole fare volentieri a meno. Poi, anche le parentesi l'hanno infastidita. É vero, nel libro ce ne sono troppe. Stilisticamente sono anche poco aggraziate e grammaticalmente sarebbero quelle frasi di cui poter fare a meno. Allora? Allora secondo Rosanna la punteggiatura è il respiro del libro. Sono una intimità col lettore, come a significare: a te che leggi te le posso dire queste cose.
A Sara è piaciuto molto questo libro, e le è dispiaciuto sia finito presto perché l'autore aveva molte cose intelligenti da dire. Pure ad Elke è piaciuto molto, ad Alessandra alla seconda lettura. Sarah invece non ha capito perché si stanno cercando proprio loro due che neanche lo sanno. Per Rosanna è nel titolo la motivazione. Che non è il mancarsi del non incontrarsi, bensì qualcosa che proprio manca e a cui si è giunti come liberazione. Per Luigi Mancarsi ha solo un significato: lei che se ne va, amen. Anche perché, dice ancora Marco, lui sarebbe rimasto. È inutile che e le raccontiamo, si fa fatica ad essere spontanei, non lo saremo mai. Doppio amen. Vuoi quella verità? Chiede Maria a Luigi. Ti basterebbe? Incalza. Per lei non è quella la verità, e il libro non è 'letterario' come ha insinuato qualcuno. È tutto reale. Già. Tutto reale, conferma Rosanna. Poi, non vuole insegnare niente. Solo, si racconta. Ma se deve trovargli una stonatura, eccola. L'autore sostiene che ci si innamora quando si vede il vero. Non è sempre vero.