Non andare cercando quale sorte il destino ha assegnato a me, a te; non consultare i maghi d'Oriente. E' meglio - vedi - non sapere; è meglio sopportare quello che verrà. Forse molti anni ancora stanno davanti a noi; forse questo inverno, che le onde del tirreno fiacca su la scogliera, è l'ultimo. Ma tu ragiona, vivi felice, e, poiché breve è la nostra vicenda, non inseguire i sogni di un futuro lontano. Ecco, mentre noi parliamo, il tempo invidioso se ne va. Cogli questo giorno che fugge, e non fidarti mai del domani.
(da Orazio, Odi, I, II)

lunedì 10 febbraio 2014

Limbo, Melania Mazzucco

Un libro particolare Limbo. Una donna soldato che rientra dopo aver subito un attentato in una missione di pace e incontra un uomo misterioso. Un racconto su due piani assolutamente funzionale alla storia. Ci sono i capitoli live, quelli in diretta, e i capitoli homework, quelli dei compiti a casa, già passati. I capitoli in diretta li ho trovati coinvolgenti, quelli dei compiti noiosi e pieni di tecnicismi, ma utili a spiegare la Manuela soldato. Il personaggio principale, l'ho detto, è una donna soldato, e già questo mi piace poco. Ma non perché sia donna. Perché è soldato. La descrizione dell'amore per il fucile, ad esempio, mi ha proprio disgustato. Tuttavia devo riconoscere che l'autrice è una grande documentarista, che avrà studiato tanto per prepararsi e scrivere un libro come questo. Brava, e molto poi, a far dire ai vari personaggi ciò che si pensa della guerra. Non le ho perdonato invece lo stupro alla sorella di Manuela. Proprio non mi è andato giù che sia restato impunito e che l'unica preoccupazione della vittima possa essere stata una gravidanza non desiderata. Per fortuna il finale è denso di sentimenti e quasi riscatta le mancanze precedenti. Bella la scrittura nonostante l'assenza della punteggiatura tradizionale, o corretta.
E ora vediamo cosa ne pensano Maria, Lavinia, Sara, Sarah, Rosanna, Elke, Patrizia e Marella.
Sarah è d'accordo con me sullo stupro, lasciato passare con estrema leggerezza. Poi, della vita militare dice che dev'essere pazzesca, con la paura addosso d'essere colpiti in ogni momento. Sara pensa che quello dello stupro non sia l'unico passaggio debole. A lei, anche Mattia, l'uomo misterioso, pare eccessivo. Come se abbia cercato in tutti i modi di trovare una giustificazione, ma non ci è riuscito. Patrizia pure non lo trova giustificabile. Maria si è affaticata ad entrare nel libro per via della scrittura che ha trovato sgradevole anche esteticamente. Ha saltato i capitoli dei compiti a casa e solo così ha potuto trovare accettabile la lettura. L'ha colpita però, la capacità dell'autrice di avere tre registri, c'è anche una sezione rewind nella storia. A lei l'uomo misterioso è piaciuto perché delicato, femminile e molto vicino al lettore, più che al personaggio di Manuela. Ancora la capacità di dire di un uomo sotto scorta e tutto lo scavo del personaggio femminile che è un capolavoro con le sue fragilità infinite. A me è sembrata militare anche nell'amore Manuela. Certo, dice Maria. È impaziente come lo sono i militari, e non si può essere innamorati e impazienti allo stesso tempo.
Per Elke sono risultati pesanti anche i capitoli live. Solo alla fine si è un po' rilassata, ma non è riuscita ad immedesimarsi. Per lei è una storia inverosimile.
Lavinia non crede allo stupro, c'è un personaggio superficiale nella storia, semplicemente.
Per Marella ostacolanti le parti homework, ma poi incuriosita delle contraddizioni della donna soldato e della donna vera. L'ha colppita l'episodio delle mestruazioni che si fermano. Manuela è una che riesce ad estraniarsi rispetto alla sua parte femminile. Rosanna pensa che se Manuela non fosse diventata un soldato, sarebbe stata di sicuro una delinquente. In lei non le pare di scorgere intelligenza. È importante il titolo di questa storia, che non è solo il videogame che fanno la nipotina di Manuela e l'uomo misterioso. Limbo è un disturbo post traumatico. È il pensiero: potevo morire. E sei sempre lì con la testa. Per uscire dal limbo, dove non sei né vivo né morto, bisogna perdonarsi.
Marco è assente, ma ci ha fatto arrivare il suo commento. Il libro, contrariamente al precedente, gli è piaciuto nonostante l’inizio non gli sia parso particolarmente avvincente, anzi a tratti l'ha trovato noioso. Proseguendo, invece, trova molto brava l’autrice a tenerti attaccato alla storia fino al suo epilogo. La concretezza dei fatti, delle azioni che compiono o che subiscono i due protagonisti, determinano il percorso della loro storia. Se apparentemente questo incontro apre ad una nuova vita per entrambi i personaggi, questa sospensione porta in realtà ad una profonda riflessione sul senso degli accadimenti e della vita stessa.
Bella la teoria della divergenza, della vita che va altrove.

domenica 2 febbraio 2014

Ciao, Guido.

Ciao, Guido.

Prima di incontrarci, ci siamo incontrati senza saperlo due volte. Una volta era il 1999 e scrivevi il Leviatamo, un'amica me lo regalò. Un'altra era un'estate di circa dieci anni fa a Faenza e suonavi col Faxtet. Il jazz in quel cortile faentino mi commosse, ma ancora non avevo saputo chi eri. Poi ti ho proprio cercato, per i libri, sempre i libri, e ci siamo venuti incontro in stazione. Ti ho chiamato tra gli Itineranti e abbiamo parlato, riso e mangiato bene. Ancora sono venuta a trovarti nel candore delle copertine della Mobydick. 
Ho saputo che te ne sei andato da un messaggio di un'amica. Ho riletto la nostra ultima mail, di poco tempo fa. Prima dell'abbraccio scrivevi Meglio morire sorridendo che bestemmiando... Lo so che non bestemmiavi, Guido, quando è accaduto. Lo so. Sei una persona perbene, tu. Ci mancherai.