Non andare cercando quale sorte il destino ha assegnato a me, a te; non consultare i maghi d'Oriente. E' meglio - vedi - non sapere; è meglio sopportare quello che verrà. Forse molti anni ancora stanno davanti a noi; forse questo inverno, che le onde del tirreno fiacca su la scogliera, è l'ultimo. Ma tu ragiona, vivi felice, e, poiché breve è la nostra vicenda, non inseguire i sogni di un futuro lontano. Ecco, mentre noi parliamo, il tempo invidioso se ne va. Cogli questo giorno che fugge, e non fidarti mai del domani.
(da Orazio, Odi, I, II)

giovedì 15 aprile 2010

Passione Sinistra di Chiara Gamberale

Prima di venir via dal lavoro mi sono raccomandata con Gianluca di venire a sentire e… che sorpresa! Quando arrivo lui c’è già, è stato coraggioso ad entrare pur non trovandomi, non ancora arrivata. Oltre a lui ci sono due persone nuove: Mirca, che l’ho corteggiata tutte le volte che son passata in studio dove lavora, e Milvia, una collega di Lorenzo. Siamo in dodici. Oltre ai tre nuovi arrivati, Letizia, Lorenzo, Alberto, Maria, Rosanna, Mercede, Luisa ed io. Luigi si aggiunge a metà incontro.
A Rosanna non è piaciuto questo libro. Non ha capito qual è il messaggio. E non capisce perché lei, Nina, con un compagno che è l’ideale di tutti i compagni, Bernardo, se ne esce di quarto e lo tradisce. La passione sinistra dunque, oltre che di ideologia politica, non può che essere interpretata come passione pericolosa. Eppoi questa cosa di tradire con uno di destra! Alberto e Luisa sono d’accordo nel dire che era proprio la contrapposizione politica ad intrigarla, uscire fuori dagli schemi. Letizia parla per esperienza personale dacché il suo ex marito votava MS e dice che la incuriosiva il fatto di non averne mai conosciuti, di destra, e immaginava ci potesse essere un confronto. Rosanna chiede se è riuscita a convertirlo. Affatto. Ha dovuto separarsene. Mentre Lorenzo pensa che Nina nel tradimento soddisfa un bisogno di vanità semplice, infantile, Maria lo redarguisce con del moralista se esclude che ad una persona, ad una donna, possa arrivare un soprassalto d’erotismo, anche nel mentre d’una bella storia d’amore, e semplicemente soddisfarlo. Magari Nina aveva solo voglia di conferme. E certo! Fa eco Rosanna. Quello continuava a chiamarla topolino anche quando gli chiedeva se era bella! È che noi uomini a volte davvero non ci arriviamo, si giustifica Lorenzo. E assieme a lui giustifica anche la categoria. Maria torna a Nina, alla donna, alle donne che probabilmente ascoltano di più il proprio corpo, che riflettono sul rischio delle sicurezze presunte, diffidano dei mari calmi, cedono al mistero del desiderio. Forse è per questo che il tradimento di lei sembra meno squallido di quello dell’avvocato Faleni col quale tradisce. Anche questo cede al mistero del desiderio, certo, anche lui ascolta il suo corpo, eccome se lo ascolta, ripetutamente anche, ma le sicurezze non sono a rischio e l’integrità apparente quasi mai viene scalfita. In nome di una immagine familiare, di un credo politico, di una classe perbenista borghese che non riesce a consumare un rapporto sul letto nuovo che dividerà con la moglie, salvo che sia ancora avvolto dal cellophan e allora si può derogare. E sempre con la fede al dito, anche quando ( e soprattutto verrebbe da dire ) con quella al dito fa a Nina qualunque cosa. Come bastasse solo ricordare d’essere sposati. A lei soprattutto. Alla non moglie.
Ci fa sorridere Luigi che arriva che un po’ di cose le abbiamo già dette e trova carino dover dire senza sapere delle nostre impressioni. Magari, sostiene, dirà cose già dette e questo vorrà dire che il suo livello è paragonabile a quello di Maria, per esempio. Magari, sostiene ancora, hanno sottolineato stesse identiche frasi. No. A Luigi il libro è piaciuto, son piaciute le note politiche in fondo alle pagine, gli è piaciuta la collocazione temporale della storia. A Maria le note sono sembrate staccate, hanno infastidito e il libro è semplicemente un corto costruito, non fluido, che ha persino la supponenza di criticare Delillo e Lessing! Be’, pensandoci, dice Luigi, il finale è davvero superficiale. Per tutta lettura ha sperato di trovarci un approfondimento politico, qualcosa di sinistra davvero che non è arrivato. Emblema della sinistra italiana! Che riesce a trovar poco che sia di sinistra.
Mi fa piacere che al suo primo incontro Mirca intervenga e ci dia la sua impressione sulla scrittura. Sul fatto che ci son quelli che scrivono che riescono a far uscire da dentro quel che sentono e quelli la cui sola maestria è di saper costruire delle frasi, dei racconti. E dunque per individuare un messaggio, quello che Rosanna non ha trovato, non c’è un solo modo di leggere perché non c’è un solo modo di scrivere. Vero. Anche Gianrico rispose più o meno così ad una mia domanda alla presentazione de le perfezioni provvisorie.
Gianluca, interrogato, ha gradito le postille politiche perché danno un’idea cinematografica. Ma la cronologia, che salta avanti e indietro, non l’ha entusiasmato e il genere ( rapporti uomo – donna ) lo stimola poco.
Insomma siamo tutti d’accordo nel non riuscire a trovare un momento bello in questo libro, che, come dice Lorenzo, lo leggi e lo rimuovi e che, sostiene ancora, avrei potuto scriverne io uno migliore. Che caro Lorenzo! Forse un momento bello è l’incontro tra Nina e Bernardo, suggerisce Luigi. Già.
A me questo libro non è piaciuto per niente, neanche i quadretti come può essere stato per Mercede. Trovo sia un libro povero, un surrogato del precedente, con ripetizioni di intere frasi e personaggi riciclati con problematiche velate e neanche troppo del tipo già sperimentato. L’unica frase che ho segnato è quella che m’ha fatto pensare alla mia amica Letizia. E alla bellezza di alcuni rapporti quelli dove, anche dopo anni, l’unico parere di cui t’interessi veramente è della persona che ti sta a fianco. Non necessariamente un compagno, potrebbe essere anche un amico. Perché a volte anche le amicizie si stancano e si annoiano, proprio come l’Amore.