Non andare cercando quale sorte il destino ha assegnato a me, a te; non consultare i maghi d'Oriente. E' meglio - vedi - non sapere; è meglio sopportare quello che verrà. Forse molti anni ancora stanno davanti a noi; forse questo inverno, che le onde del tirreno fiacca su la scogliera, è l'ultimo. Ma tu ragiona, vivi felice, e, poiché breve è la nostra vicenda, non inseguire i sogni di un futuro lontano. Ecco, mentre noi parliamo, il tempo invidioso se ne va. Cogli questo giorno che fugge, e non fidarti mai del domani.
(da Orazio, Odi, I, II)

lunedì 29 febbraio 2016

La vita sessuale dei nostri antenati, Bianca Pitzorno

Ada e Lauretta, cugine, orfane entrambe, sono state allevate dalla nonna. Ma quello che si racconta in questo libro sono storie di letto dei loro antenati. Viene ritrovato il diario della nonna, con dentro rivelazioni inaspettate, figli sparsi, avi dal sangue blu discutibile e gusti sessuali indicibili. Ada, a quasi quarant’anni, è una donna libera sessualmente. Un incontro sconosciuto di una notte avrebbe potuto renderla madre.
Presenti io, Giovanni, Marco, Annalisa, Giuseppina, Patrizia B., Maria, Marina, Sarah e Alessandra.
Esordisco col disgusto che ho provato a leggere questo libro. Quando l’ho prenotato, la libraia l’ha definito carino e divertente. Per me non è né l’uno né l’altro. Anzi, a tratti raccapricciante. Viene descritta una violenza sessuale come fosse la cosa più normale che ti possa capitare durante un giro in barca. E poi questo continuo spiare tra le lenzuola, ché se non racconti un po’ di sesso non c’è gusto. Mi ha infastidito, e parecchio, dover pensare che l’emancipazione femminile passi attraverso la sfera sessuale.
Maria ritiene che questa mia ultima frase sia carica di moralismo, ma io, moralista, non mi sento affatto. Ma tant’è. Anche a lei non è piaciuto. Non l’avrebbe mai comprato di suo, ma salva tante cose. Delle antenate si chiede cosa potevano fare le donne. La sessualità domina sia nella rottura totale degli schemi che nella adesione totale agli schemi. Lei non ha sopportato Daria, l’amica di Ada. È una femminista che taglia con l’accetta. Invadente e invasiva. Per il resto, è davvero tutto possibile nel mondo delle emozioni e dei sentimenti.
Per Giuseppina questo libro chiude il pensiero. Troppe vicende, un eccesso di cose che succedono, senza dare il tempo al lettore di collegare qualcosa di suo. È un libro freddo, come il personaggio. Gaddo, il marito di nonna Ada, non riesce però a vederlo come un violentatore. Il suo atteggiamento era puro investimento erotico.
Secondo Marina il piacere femminile ha cambiato la struttura sociale del nostro tempo. Trova belle le donne che vincono le categorie delle loro epoche. Lei non è schifata da quello che è accaduto alle loro madri. Tuttavia, ha fatto capolino nella lettura della Ferrante, ed è tutto un altro leggere.
A Marco non è piaciuto. Ma ha scoperto che cos’è l’arte topiaria. L’arte di modellare le siepi.
Sarah ritiene che la Pitzorno racconti con leggerezza qualcosa che non può essere leggero.
Alessandra è perplessa.
Mentre Annalisa riesce solo a dire che purtroppo storie di stupri ce n’erano, eccome.
Per Giovanni è stato un libro illeggibile.
Patrizia B. ci chiede se anche secondo noi lo zio Tancredi fosse femmina. Il finale, ai limiti della più sciocca tragicomicità, pensa sia un  espediente per fare il seguito.
Marella non l’ha finito, ma le stava piacendo e lo finirà sicuramente. Trova la storia tra Ada e il vecchio molto bella, ma riconosce alcune parti noiose.