La serata di saluto dell'ottavo itinerario si è svolta nell'accogliente casa di Giuseppina. Una pizza che non arrivava mai, una crostata di prugne selvatiche fatta da Rosanna e tante chiacchiere. Bello. Grazie.
In questa ottava edizione abbiamo
scelto, tra qualche malumore, l’itinerario del romanzo storico. Non è stata
facile la scelta dei libri da leggere perché, nella definizione del genere
prescelto, sono confluite diverse interpretazioni. Abbiamo anche chiesto
ragione a Marcello Fois ed a Valerio Varesi, che questa edizione l’hanno
aperta.
Secondo l’assunto manzoniano, un
romanzo, perché sia definito storico, dovrebbe rispondere a tre coordinate:
vero per soggetto, interessante per mezzo, utile per iscopo. Allora, certamente è capitato di leggere libri che sfuggono alle famose coordinate. Che non ci hanno dato sicurezze cognitive, pur pretendendo di riferirsi alla realtà. Che non sempre ci hanno restituito autenticità, pur evocati da documenti. Che, proprio a causa di questi documenti, si sono confusi od hanno finito per sembrare dei saggi storici.
È stato utile? Senza alcun
dubbio. Ho stima profonda dei miei Itineranti. Ho consapevolezza che il nostro
punto di vista sul mondo non derivi solo da testimonianze, più o meno
autentiche, ritrovate nelle letture. Derivi, invece, dal raccontarci in
continuazione, dall’ascoltare voci. Le nostre. Non smettere anche quando
possiamo anticipare il pensiero di un altro. Non è scontato quello che può
arrivarci.
Ci vediamo a settembre con Storia di Caterina e La vita al rovescio ed i loro autori.
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