Serata informale, molto calda, qualche imbarazzo com'è giusto ad ogni primo incontro.
Itineranti, si comincia! Un attimo di smarrimento: Letizia aveva segnato come orario le 18.30 e così aveva comunicato a Giusy. La guardo perplessa quando son da poco passate le 18.00 e sostiene che è tardi. Che cara che è Letizia! Forse freudianamente non vede solo l'ora di incominciare e sì, che ne parliamo da prima dell'estate!
Visto l'anticipo, tergiversiamo un po' in libreria io, Letizia, Barbara e Giusy. Poco dopo ci raggiunge Titty e si va alla sede ACLI. Troviamo ad aspettarci Alberto e Luigi, tutto preso dalla sua sigaretta, un po' timido e imbarazzato. Alberto è soddisfatto, non si esprime ma percepisco i suoi pensieri positivi. Son quasi le 20.00. E' arrivata Maria e ne son felice perché reclutata giusto qualche ora prima. Poi arriva Antonio. Poi Lorenzo. Beatrice. Fabio e Francesco. Infine Luisa. Nel frattempo Giusy è dovuta andare ma non mi sento di annoverarla tra gli assenti, ho sentito tutto il dispiacere del non poter restare. Mi si fa sedere in cattedra ad illustrare come una maestrina, sono imbarazzata ma ho troppa voglia di iniziare. Leggo il preambolo del progetto. Leggo i nomi degli autori portati nella lista. E fioccano le prime domande. Maria prontamente fa notare che c'è solo un nome femminile nell'elenco e ne chiede la motivazione. Non c'è una motivazione ben precisa. Si è scelti quegli autori sul gusto personale ( mio e di Letizia ), perchè si è già letto qualcosa. Si son scelti quegli autori perché qualche nome ( Camilleri ) può omaggiare la sicilianità nonché disponibilità del presidente del circolo oppure può essere legato alla città di Bologna ( Lucarelli ) o ancora per omaggiare la pugliesità dell'anello di congiunzione tra il progetto e le Acli, la cara Titty ( e quindi Carofiglio e de Cataldo ). Schneider e Bruno lo ammetto, affezione personale: la prima perché scrive di un periodo storico che sento “appartenermi”, il secondo perché è l'unico della lista non ancora famoso, che mi ha cercata come libraia per una sua iniziativa di diffusione scrittori emergenti e “sentivo” di dovergli una possibilità di lettura. Non c'è alcuna motivazione discriminante dunque nella scelta, probabilmente e semplicemente perché leggere di uomini è ancora un modo per cercare di capirli.
Beatrice, anche lei molto attenta e critica, chiede invece perché non è contemplata la saggistica. Qui la risposta è più semplice ed è perché è un genere che è difficile rendere trasversale e inoltre perché andrebbe a castrare quello spazio per l'immaginazione che gli itinerari e gli itineranti vogliono recuperare. Fabio e Francesco invece hanno una loro proposta – com'è giusto, dacché l'elenco non era tassativo ma solo indicativo - . Propongono la lettura di Saviano e della sua Gomorra. Il gruppo però non recepisce. Ne riconosce l'utilità ma non crede che gli “itinerari “ siano la sede adatta alla sua lettura. Il disappunto dei savianini era evidente ma è durato il giusto.
Carofiglio era stato scartato da Luigi quasi d'ufficio ma ha dovuto retrocedere dinanzi alla strenua presa di posizione di Maria che sostiene non si possa non leggere il passato è una terra straniera. Letizia e Luigi entrano subito in sintonia, vedo che dialogano con interesse. E' anche questo uno degli scopi per cui ci ritroviamo. Luigi è agguerrito con le domande, non mi da tregua con il suo 'signora, scusi', son certa però che sarà il lettore più attento senza nulla togliere a nessuno. Chiede come mai Camilleri e non Sciascia. Forse perché il primo, sebbene non parteciperà mai ad un nostro incontro, resta comunque più titolato del secondo vista la dipartita di quest'ultimo circa 20 anni orsono ( però non sarebbe male il prossimo ciclo dedicarlo ai grandi del passato, che dite? ). Ancora Luigi chiede se ci saranno dei voti e cosa succede se non si è riusciti a leggere. Nulla. Non succede nulla. Anche perché son certa che l'entusiasmo mostrato al primo incontro sarà pari alla 'fame' che di libro in libro ci colpirà. Lorenzo molto disponibile nota e apprezza il loghino degli itineranti, che Barbara ha scambiato per un tulipano, e si offre di sistemarlo ancora un po' se ve ne fosse bisogno.
Si parte dunque.
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