Sono passati alcuni anni dall’ultimo incarico diverso dell’avvocato Guerrieri e lo ritroviamo ne le perfezioni provvisorie, cambiato e non solo per un fatto anagrafico. È rimasto ironico, certo, coi suoi libri e la sua musica e i suoi film, e coi suoi secondi pensieri, che in realtà sono primi, davvero deliziosi e godibili. Ma è un uomo malinconico, che esplora la sua solitudine curioso e senza paura, e allontana la tristezza pensando ai bambini dell’Africa. Davvero amabile. Non è cambiato invece quando riesce, nella svogliatezza forse del sistema giudiziario, a mettersi sulle tracce di una giovane donna scomparsa nel nulla da un treno che non ha mai preso. Teatro della storia ancora Bari e la campagna pugliese in quel tratto dove ulivi e trulli sono un capolavoro dell’uomo e della natura. Una Bari attuale, a colori solo scuri per certi versi, eppure bella, notturna e silenziosa e carica di memoria e di ricordi. Due donne a contorno. Una giovane, bella e sfrontata; l’altra adulta, limpida e che invece cerca le parole. Facciamo senza le parole.
Non andare cercando quale sorte il destino ha assegnato a me, a te; non consultare i maghi d'Oriente. E' meglio - vedi - non sapere; è meglio sopportare quello che verrà. Forse molti anni ancora stanno davanti a noi; forse questo inverno, che le onde del tirreno fiacca su la scogliera, è l'ultimo. Ma tu ragiona, vivi felice, e, poiché breve è la nostra vicenda, non inseguire i sogni di un futuro lontano. Ecco, mentre noi parliamo, il tempo invidioso se ne va. Cogli questo giorno che fugge, e non fidarti mai del domani.
(da Orazio, Odi, I, II)
giovedì 28 gennaio 2010
Le Perfezioni Provvisorie, Gianrico Carofiglio
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