Non andare cercando quale sorte il destino ha assegnato a me, a te; non consultare i maghi d'Oriente. E' meglio - vedi - non sapere; è meglio sopportare quello che verrà. Forse molti anni ancora stanno davanti a noi; forse questo inverno, che le onde del tirreno fiacca su la scogliera, è l'ultimo. Ma tu ragiona, vivi felice, e, poiché breve è la nostra vicenda, non inseguire i sogni di un futuro lontano. Ecco, mentre noi parliamo, il tempo invidioso se ne va. Cogli questo giorno che fugge, e non fidarti mai del domani.
(da Orazio, Odi, I, II)

mercoledì 21 ottobre 2009

Lorenzo e Luisa di katia Brentani

Lo sposo si guarda attorno nervoso, le note della marcia nuziale di Mendelssohn si diffondono nell’aria. Un signore con baffi a manubrio si aggiusta la cravatta; una signora tocca, con fare distratto, la tesa del cappello.
Le note si affievoliscono, voci sommesse si trasformano in un ronzio fastidioso. Il parroco osserva imbarazzato lo sposo. Un pensiero prende forma fra le navate della chiesa: la sposa non verrà.
Il silenzio avvolge premonizioni a un passo dalla realtà.
La sposa appare all’improvviso, cogliendo tutti di sorpresa.
Le gote arrossate, la bocca fragola socchiusa.
In un battito d’ali è accanto  allo sposo.
“Scusa, ma non ho resistito” bisbiglia all’orecchio dell’amato “ho finito il  libro da brava itinerante”.
Il parroco si schiarisce la gola, richiamando l’attenzione dei presenti.
“Siamo qui riuniti per celebrare il matrimonio di Lorenzo e Luisa”.
I volti si distendono, la marcia nuziale di Mendelssohn copre i sospiri di sollievo.

Katia Brentani

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