Non andare cercando quale sorte il destino ha assegnato a me, a te; non consultare i maghi d'Oriente. E' meglio - vedi - non sapere; è meglio sopportare quello che verrà. Forse molti anni ancora stanno davanti a noi; forse questo inverno, che le onde del tirreno fiacca su la scogliera, è l'ultimo. Ma tu ragiona, vivi felice, e, poiché breve è la nostra vicenda, non inseguire i sogni di un futuro lontano. Ecco, mentre noi parliamo, il tempo invidioso se ne va. Cogli questo giorno che fugge, e non fidarti mai del domani.
(da Orazio, Odi, I, II)

mercoledì 21 ottobre 2009

Lorenzo e Luisa di Vita Marinelli

Napoli, 18 settembre 2009

E' persa, esegue tutto in maniera ubbidiente. Ride. Il tempo è pieno ma non passa, le cinque stentano ad arrivare e la stanchezza è già in agguato. Ancora una foto. Ancora un tocco di fard. Ancora una forcina nel velo, tra i capelli ribelli. Oddio i capelli! Forse ha esagerato con la tinta nera più nera che stride contro il candido abito. E la scollatura forse doveva essere meno accentuata, forse Lorenzo ne sarà felice, forse nulla. E' così. Ride.
Lui pensa che sta bene nel suo gessato azzurro/grigio, quasi il colore dei suoi occhi. Chissà se Luisa penserà lo stesso o se le sembrerà ancora più vecchio. Più vecchio di chi? Ha solo nove anni in più! L'abito è perfetto, gli si addice come a un lord inglese, o come a un conte. Nessun fronzolo oggi, ha anche tolto l'anello al pollice e quel braccialetto d'acciaio portafortuna. Sorride. Si guarda allo specchio, ancora una foto anche per lui. Si assenta, il suo sguardo è per sua madre che, con un tocco leggero e immaginario, gli sistema il colletto della camicia e la cravatta. Sorride triste.
Sono quasi le cinque.
Lorenzo col sole in faccia scruta dal sagrato l'auto nuziale. Intorno gli amici e i parenti che scambiano qualche battuta per tenergli compagnia. Sarà bella? Lei è bella. 
Sono le cinque.
L'auto nuziale ha imboccato via del duomo e Luisa cerca curiosa di scorgere Lorenzo per vedere se è bello anche lui, se l'abito che ha scelto non è troppo serioso, da quasi quarantenne. Non è serioso, è elegante davvero.
La cerimonia religiosa scivola veloce, con qualche risata nervosa di Luisa e impaccio di Lorenzo nello sciogliere le fedi dal cuscino. 
La scollatura lo distrae.
Il trucco che sta dissolvendosi per il caldo la imbarazza.
Un bacio, le fedi luccicanti alle dita, palloni colorati, riso e confetti, foto, auguri, ristorante, foto, ancora auguri, ancora foto, discoteca.
Una camera da letto.
Usciti dall'ascensore Luisa si è sfilata le decolleté tacco 12 che non le sopportava più. Così impari, avrà pensato Lorenzo, ad avermi fatto sembrare più basso! Però è già dietro di lei che le cinge i fianchi e la bacia sul collo. Luisa ride, Lorenzo la mordicchia. Hanno già attraversato il corridoio e varcato la camera, sono sul letto, sfiniti ma non troppo. Quella scollatura è troppo invitante. Ma quante volte l'avrà vista? Le bacia il collo e quasi soffoca il viso tra il corpetto indomabile. Il respiro di lei è sempre più forte, le mani nei capelli di lui a fermarlo.
Lorenzo, ho paura.....
Ha paura? Lorenzo si ferma instupidito. Sta scherzando? Cazzo, conviviamo da tre anni!
Che non sia così stupido da rovinarmi il romanticismo? E tiene gli occhi chiusi a far  finta d'esser timida e imbarazzata. 
Aspetta.
Non aver paura, Luisa, ci sono qua io. E affonda la testa tra quei seni pronto ad amarla.

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