Il libro Sei come sei di Melania Mazzucco, letto dal gruppo, è stato oggetto di denuncia. In un liceo romano era stato suggerito come lettura per trattare la diversità di orientamento sessuale. Alcuni genitori non hanno apprezzato, i ragazzi pare invece che sì.
Senza voler entrare nel moralismo implicito e rispettando le opinioni di tutti, vorrei quanto meno difendere il tenore del libro. E' stato definito 'scabroso e pornografico'. E' evidente che le accuse derivano da chi il libro non l'ha neppure sfogliato. Non c'è alcuna scabrosità, tanto meno pornografia. E' un libro che racconta la storia di una formazione e di una filiazione. Ci sono parti delicatissime, quasi commoventi, di un innamoramento.Così belle che non si pensa neppure se è di un amore etero od omosessuale.
Di Sei come sei è stato tralasciato tanto, volutamente. Perché è vero che si parla di una coppia omosessuale, è vero che si parla di una figlia di questa coppia, ma la cosa ancora più vera è che la storia, il viaggio, incomincia da episodi gravi di bullismo cibernetico, poi reali. Quelli sì, davvero raccapriccianti. E allora mi arrabbia che non ne sia stata fatta menzione. Ho conosciuto la sofferenza di chi è vittima di bullismo. Mi arrabbia che non si sia andati in fondo a leggerlo, questo libro, e vedere come si conclude. Pieno di speranza. Pieno di umiltà da parte della madre di uno dei bulli. Insomma finisce bene. Finisce in maniera educativa. E non è la Scuola uno dei luoghi dove si gioca la prevenzione, l'educazione?
Ho letto un intervento bellissimo di Massimo Recalcati riguardo la vicenda. Metteva l'accento sullo scempio iperedonista che ogni giorno ci invade facendo dei corpi erotici carne da macello, se c'è una salvezza dalla violenza che scaturisce da una rappresentazione tutta fallica della sessualità, essa non è nel ritorno ad un Ordine giustamente defunto, ma proprio nel libro, nella lettura, nella vita della Scuola.
Oh, grazie, Vita! Fa arrivare questo tuo intervento ovunque riesci, perché è davvero vergognoso quello che è successo, anche se purtroppo non mi stupisce. Ho amiche insegnanti delle medie che hanno fatto corsi di formazione per fare poi educazione affettivo-sessuale a scuola. Bene: insegnanti e genitori non hanno accettato che nel librino approntato per i ragazzi da psicologhe, educatrici, ginecologhe, urologi e altri sia nominato la parola "vagina". E tantomeno la figura che la rappresenti. Possiamo immaginare cosa significhi parlare di orientamento sessuale, allora. Ma noi non desistiamo e giorno per giorno interveniamo a voce alta, ché almeno qualcuno venga toccato cuore-mente. E chi deve vergognarsi si vergogni, finalmente. E taccia.
RispondiEliminaCi provo, Maria. Ovunque, va bene.
RispondiEliminaci conto e mi fido assolutamente di te, Vita, e del tuo intuito che ti farà scegliere modi e luoghi in cui diffondere e io direi "sputtanare" chi se lo merita. Grazie! Fatelo anche tutti voi, itineranti, per piacere!
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