Non andare cercando quale sorte il destino ha assegnato a me, a te; non consultare i maghi d'Oriente. E' meglio - vedi - non sapere; è meglio sopportare quello che verrà. Forse molti anni ancora stanno davanti a noi; forse questo inverno, che le onde del tirreno fiacca su la scogliera, è l'ultimo. Ma tu ragiona, vivi felice, e, poiché breve è la nostra vicenda, non inseguire i sogni di un futuro lontano. Ecco, mentre noi parliamo, il tempo invidioso se ne va. Cogli questo giorno che fugge, e non fidarti mai del domani.
(da Orazio, Odi, I, II)

lunedì 14 dicembre 2009

L'Amicizia

Questo è un incontro speciale, dedicato all'amicizia. L'idea era venuta ad Angelo qualche tempo fa quando ancora si leggeva Carofiglio col suo passato è una terra straniera dove era venuta fuori quella strana cosa che gli amici si hanno a vent'anni e che verso i quaranta ognuno ha i suoi cavoli per la testa e figurarsi se pensa agli amici. Angelo non c'è però noi si parla lo stesso. Siamo in nove, Maria e Rosanna, Lorenzo e Luisa, Alberto e Luigi, Chiara e Letizia, io.
All'inizio ci lasciamo andare a commenti su un fatto di cronaca recente, è quasi inevitabile non parlarne visto che l'informazione tutta parla solo di quello, però poi ci tuffiamo nel nostro argomento. Inizia Luigi dicendo che qualche sera fa gli è capitato di ascoltare al programma televisivo i migliori anni una vecchia canzone di Dario Baldambembo, l'amico è, e gli era venuto da pensare che capitava proprio bene per il nostro incontro oltre che un bel pezzo sull'amicizia. Siamo tutti d'accordo. Stasera Luisa è loquace, difende l'amicizia e parla molto delle sue amicizie, pensa che ad una certa età durano di più, dopo una certa età è difficile incastrare tutto, il tempo da dedicare all'amico diventa poco. Dice che gli amici li scegli e se le dovessero mancare verrebbe a mancare un tassello importante della sua vita. Maria no. Lei amici ne ha ma vivrebbe lo stesso senza. È intransigente il suo desiderio di voler stare da sola pur tuttavia crede molto nelle amicizie nuove, passando ovviamente attraverso una selezione severa. Racconta di una sua ex alunna che, dopo aver faticato a guadagnare la fiducia del compagno, ne ha sentito ben presto l'invadenza e l'impossibilità di gestire il tempo e lo spazio da dedicare agli amici. Purtroppo Alberto conosce gente che taglia tutti i ponti con le amicizie una volta costruita una convivenza affettiva come se questa non fosse compatibile con qualsiasi altro rapporto. Guai chi mi tocca la mia vita oltre la fidanzata, interviene Luigi. Lui ci porta ad esempio una sua grande amicizia che è riuscito a mantenere nonostante la fidanzata e, quando ha dovuto scegliere, le ha scelte entrambe, che bello! Aggiunge poi che i suoi amici lo conoscono tutti allo stesso modo e che non ce n'è uno che sa più di un altro. Inoltre pensa che l'amicizia sia diversa a seconda che ad intenderla sia un uomo o una donna. La donna fa più confidenze in un rapporto bilaterale, l'uomo vive molto di gruppo. Anche Alberto concorda. In più ritiene che le donne rispettino i consigli degli amici e quasi sempre li seguono, gli uomini no. Sì, se i consigli son quelli che vogliamo sentirci dare, interviene Letizia. Lei è per l'amicizia totale, certo che lo so, non sopporta quelle amicizie da mantenere solo perché d'una certa data, né quelle assenti o quelle di chi ti cerca su facebook e farebbe prima a trovarti sull'elenco telefonico. Be', quella non è più amicizia, è un ricordo, è nostalgia, dice Maria, e se l'amico cambia gli vuoi ancora bene ma non è più tuo amico. Già. Stanotte ho sognato un'amicizia nostalgica, forse in vista dell'incontro di stasera e ho sofferto persino nel sogno. Ma perché voi l'amicizia la volete vicina? Chiede Alberto. Be', un amico c'è, dice Maria. Ed è ovvio che se è lontano gli telefoni ma vuoi mettere parlarsi? Sciogliersi in un abbraccio se ne ha bisogno? Anticipare i suoi detti guardandolo? Già, volete mettere? Lorenzo ascolta serioso fino a quando ci chiede perché bisogna essere amici di qualcuno? Perché socializzare? Forse perché si ha bisogno di prendere qualcosa dall'amico? Nel significato più nobile di prendere. Eppoi lui agli amici storici ci crede e, se dovesse mettere la sua vita in mano di qualcuno, è nelle mani di questi che la metterebbe. Ancora: l'amicizia cambia, certo, può cambiare come può finire. Può durare un attimo ed essere intensa. Puoi averla a fianco e non riconoscerla. Un po' come l'amore, del resto sempre di sentimento si tratta. A Luisa è successa questa cosa di scoprire un'amicizia in una sua coinquilina che per tanto tempo le era vissuta a fianco fino a quando non hanno passato una notte intera a parlarsi. Rosanna pensa che nell'amicizia rientrano quelle persone che le piacciono e la divertono. E delle sue amicizie di paese può dire poco dacché si era davvero tutti amici. Sebbene una differenziazione di sesso ci fosse. Insomma un amico è quando senti che le sue cose belle sono anche le tue e fa l'esempio di una sua amica appena diventata nonna e che il regalo più grande quest'anno per Natale sarà proprio per questo nuovo nato. Perché lo sente suo. Chiara sta parlando poco, forse sente l'assenza della sua amica storica Katia. Katia è quella delle amicizie storiche appunto, fin dalla materna se le porta dietro alcune. Ma Alberto le fa un baffo in questo senso, ha un'amicizia vicina di culla alla nascita! E io? Io ho parlato della delusione recente di una mia amicizia, che ci sto ancora male e mi procura imbarazzo incontrarla. Ecco qui, questa amicizia, ho scelto di finirla, ed è solo qui la scelta perché per il resto penso che gli amici non si scelgano, è un sentimento che nasce spontaneo. Una simpatia primordiale che può divenire amicizia. Ora che scrivo - così se l'emozione mi prende non mi vedete -  posso dire ad esempio com'è nata l'amicizia con Letizia. Al colloquio di lavoro lei fu interpellata per capire se potevo andare bene e le andavo bene. Io penso sempre a quell'incontro, a come ci è stato fatale. Era maggio, Letizia indossava un tejlleur verde. Per Natale le inviai una mail di auguri sebbene fossimo a pochi metri l'una dall'altra. Non so se la conserva ancora, era un indirizzo aziendale, ma il senso io lo ricordo e potrei ripeterlo. Le dicevo che in quei mesi, dove tanto avevo imparato da lei lavorativamente, mi ero potuta fidare. Che spesso eravamo state complici anche di cose di cui non sapevamo ancora, che mi piaceva il fatto che mi passasse una mano sulla testa ad accarezzare i capelli - lo fa ancora - come fossi una bimba e invece avevo/ho solo pochi anni meno di lei. Da quando l'ho conosciuta sapere che c'è mi sazia, non sentirla mai giudice e se a volte son dovuta partire di notte in treno lei semplicemente diceva che teneva il cellulare acceso, la premura. Ancora - ed è una cosa stupida - ma quando ho scritto il racconto poi pubblicato lo inviai all'editore perché il suo commento mi arrivò sincero. E glielo dico sempre che è suo quel racconto. Infine quando lasciai la gabetti il mio saluto per lei, collega in quel caso, fu che era stata la cosa più bella che gabetti appunto m'aveva lasciato. Così ho voluto dire dell'amicizia ora. Non solo della sofferenza di quella che ho perso. Forse di Letizia Rebecca direbbe che è la migliore amica perchè le adolescenti fanno così. Lei a quest'età soffre molto se non ha un'amicizia esclusiva. Il bello della nostra età è invece sapere che nessun amico toglie ad un altro, ognuno è migliore in assoluto. E con uno parli bene, con un altro scrivi bene, con un altro ancora neanche parli.
Abbiamo chiuso la serata con una domanda di Luisa, se per un amico faremmo tutto ciò che ci chiede. Nello specifico Luisa faceva riferimento ad un film dove un amico chiede all'altro di aiutarlo a morire. A tal proposito Battiato canta così....
Va bene, hai ragione,
se ti vuoi ammazzare.
Un giorno lo farai
con determinazione.
Ma per ora rimanda...
E' solo un breve invito, rinvialo.
Questa parvenza di vita
ha reso antiquato il suicidio.
Questa parvenza di vita, signore,
non lo merita...

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