Non andare cercando quale sorte il destino ha assegnato a me, a te; non consultare i maghi d'Oriente. E' meglio - vedi - non sapere; è meglio sopportare quello che verrà. Forse molti anni ancora stanno davanti a noi; forse questo inverno, che le onde del tirreno fiacca su la scogliera, è l'ultimo. Ma tu ragiona, vivi felice, e, poiché breve è la nostra vicenda, non inseguire i sogni di un futuro lontano. Ecco, mentre noi parliamo, il tempo invidioso se ne va. Cogli questo giorno che fugge, e non fidarti mai del domani.
(da Orazio, Odi, I, II)

mercoledì 23 luglio 2014

Guardati dalla mia fame, Milena Agus - Luciana Castellina

Me l'ha suggerito Maria, questo libro. Può servirti per la tua esperienza politica, aveva detto. E avendolo letto, adesso, comprendo quanto avesse ragione e quanto avesse, lei,
da brava madre d'anima, inteso il mio malessere per l'ingiustizia sociale e l'urgenza di metterci in guardia.

Ora la recensione. La copertina già parla da sola.

Le parti di questo libro si parlano da lontano. Da lontano perché la distanza fra i fatti e il loro senso è quasi incolmabile.
 

Libro curioso, a quattro mani, ma di autrici molto diverse tra loro. Partendo da un fatto di cronaca, Luciana Castellina scrive della realtà nuda e cruda, Milena Agus di quella romanzata. L'episodio reale è quello del 6 marzo 1946, quando in occasione del comizio del sindacalista Giuseppe di Vittorio, qualcuno spara sulla folla. Si pensa ad una provocazione. Due sorelle di quattro, zitelle, ricche agrarie, ignare della fame intorno, incolpevoli degli spari, colpevoli per storia, per classe, vengono linciate. Altre due, malridotte, sopravvivono.

Un libro terribile e urgente. Che ha il merito di raccontare un pezzo di storia che nessuno quasi conosce. Una terribile guerra civile che si scatenò in Puglia, ma anche altrove, dal '43 al '49. Terribile e urgente e attuale. Bisogna guardarsi dalla fame della gente. Perché questa, la fame, si fa violenza e chiede vendetta.


3 commenti:

  1. La fame si fa violenza e chiede vendetta perché chi ha fame non ha ricevuto giustizia. E qualora uno- già oggi potrebbe essere troppo tardi - si alzasse a urlarlo e con la sua stessa vita lottasse perché giustizia venga fatta, sarebbe ormai possibile che la gente non ci creda più e, appunto, ricorra alla violenza, chiamandola giustizia e sarebbe solo vendetta che chiamerà altra fame, mai sazia. Ne ho terrore, tanto la sento alle porte

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  2. Malridotti sopravvivono anche quelli che non hanno saputo, voluto alzarsi a urlare e lottare perchè giustizia venisse fatta

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  3. malridotti, già. in tutti i sensi, mi vien da dire.
































    malridotti, già. In tutti i sensi, mi vien da dire.

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