Con un gesto teatrale Guido tira fuori il biglietto del treno che ha ormai perso, lo accartoccia e fa canestro in un cestino. Che strano uomo Guido. Non ha il telefono cellulare né l’orologio e neanche guida. Se lo si vuole contattare lo si può chiamare solo ad un numero fisso oppure, per una lieve compiacenza alla tecnologia, gli si può scrivere ad un indirizzo e – mail. Si sposta in treno che a volte perde.
‘Ti porto a Faenza.’ gli dice Franco ancora col bicchiere in mano.
Franco usa il telefono cellulare, ha un orologio a catena, guida e gli si può scrivere sempre anche se risponde solo nelle ore dopo la mezzanotte e mezza. Che strano uomo anche Franco. Sembra non dorma mai.
L’auto è parcheggiata poco lontano dalla saletta che li ha visti ospiti. Guido vorrebbe appisolarsi, Franco sarebbe pronto ad affrontare un’altra giornata intera attaccata a quella appena trascorsa.
‘Secondo te ci invitano di nuovo?’ inizia Franco, baldanzoso alla conversazione, appena finisce la manovra per uscire dal parcheggio.
‘Ma sai…Vita mi ha chiesto delle copie di senza via d’uscita…la storia della nostra amicizia, la musica che entra nella carta, i morti ammazzati senza un vero motivo logico ma solo perché lasciati a lungo su un crinale…t’ho raccontato di quella volta che ci hanno chiamati a suonare ad un festival de l’unità? dovevamo iniziare alle nove ma era mezzanotte e noi aspettavamo ancora sul retro senza che nessuno si degnasse di scusarsi o di dire qualcosa semplicemente… il crinale appunto… sì, siamo caduti bene col Faxtet, il crinale ci ha fatti andare dalla parte giusta…ecco poi la musica che se non l’ho spiegata bene che è il collante, che dà ritmo agli scritti, che…’
‘Guido, non ci invitano più… Hanno capito persino quella cosa del mito e del rito!’ lo interrompe Franco.
‘Infatti! Sono commosso, sai? Quel mito celtico…perdonne! gaelico, so che ti piace di più, ecco quel mito gaelico è molto importante, ricordi che avevo voluto inserirlo con vera cura all’interno del libro? perché è la comunicazione tra il mondo dei vivi e quello dei morti e tu di morti...a noi la morte spaventa mentre per la cultura irlandese è un momento topico proprio la vita che si rompe…tu però possibile che devi proprio ammazzare tutti? per fortuna che come ha detto Giampiero ( a proposito: davvero caro Giampiero a farsi trovare ) che i personaggi erano finiti sennò sarebbe stata l’ecatombe di Fiumalbo…dicevo, il mito gaelico, la musica che se suonata nella melodia giusta lascia la comunicazione tra i due mondi, era soprattutto il suono dell’arpa a…’ Guido sta continuando a parlare mentre Franco lo guarda per capire se per caso non è in trance con chissaquantilettorispettarorianimedell’aldiquaedell’aldilàgiubilari.
Faenza 10 km.
Franco sta pensando che se gli fa un’altra domanda arriva dritto dritto senza accorgersene ormai a Faenza quando Guido rinviene e chiede:
‘C’è qualcosa che non va, Franco? Ho avuto questa sensazione durante l’incontro, non hai aperto bocca, sei sembrato il filofranscesé un po’ saccente e supponente lasciando peraltro parlare solo me che sarò sembrato l’intellettuale anacronistico e anche logorroico…’
Faenza 5 km.
‘Ma no, Guido, pensavo solo alla bella serata.’
‘Bella sì. Quanti erano? Una ventina di sicuro…ma davvero alla Feltrinelli di Firenze erano solo in tre e due peraltro erano tedeschi? o te lo sei inventato per simpatia? Però la prossima volta, hai visto?, possiamo non mangiare prima e neanche doverci inventare di aver segnato un orario piuttosto che un altro. Del resto Giampiero me l’aveva anche detto che sono ospitali, che di sicuro non saremmo restati affamati e assetati…’
‘Buonanotte, Guido, ti faccio scendere qui?’
Il dialogo è di pura fantasia, liberamente e ironicamente ispirato alla serata che Guido e Franco hanno regalato agli Itineranti. Se ho commesso degli errori meglio qui che altrove.
I puntini di sospensione sono tutti dedicati a Franco, Guido non me ne voglia.
Il crinale che ha scelto di non liquidarmi come una stalker regalandomi un abbraccio tutto a Guido, Franco non me ne voglia.
La sorpresa di trovare anche Giampiero mi ha resa bambina, Guido e Franco non me ne vogliano.
Vita