Non andare cercando quale sorte il destino ha assegnato a me, a te; non consultare i maghi d'Oriente. E' meglio - vedi - non sapere; è meglio sopportare quello che verrà. Forse molti anni ancora stanno davanti a noi; forse questo inverno, che le onde del tirreno fiacca su la scogliera, è l'ultimo. Ma tu ragiona, vivi felice, e, poiché breve è la nostra vicenda, non inseguire i sogni di un futuro lontano. Ecco, mentre noi parliamo, il tempo invidioso se ne va. Cogli questo giorno che fugge, e non fidarti mai del domani.
(da Orazio, Odi, I, II)

martedì 15 marzo 2011

Passione 1820 di Franco Foschi e Maurizio Ferrara, il diario

Questa sera, visto che parleremo di Passione datata 1820, ci siamo sentiti in dovere di discutere prima di una Passione nostra e Cosimo Morandi, il conte Evaristo e Jean Loup Lagonnac ( nemmeno Franco Foschi e Maurizio Ferrara per la verità ) non ce ne vorranno se nella discussione l’abbiamo antemessa, la passione, a quella per la vita o per l’archeologia o per la pittura. Oddio, sulla vita discutiamone! Insomma senza fare economia di sentimenti come il nostro Gianlupo alla vista o al pensiero della contessina Consalvi, dibattiamo sul futuro del nostro gruppo con una veemenza tale che se ce ne tagliassero due di mignoli anziché uno come al povero conte forse non ce ne accorgeremmo neanche presi dal fervore.
Siamo in nove a dibattere. Oltre me, Alberto, Barbara, Katia, Giusy, Letizia, Maria e Rosanna, è la prima volta per Lorena. La discussione si è scatenata su una proposta, quella di partecipare come gruppo attivo alle iniziative di una grande libreria della città avendo, io, contattato il promotore di queste iniziative. Probabilmente sotteso frainteso il pensare che si stava cercando altra vita per il gruppo abbandonando quella precedente. In realtà si stava cercando e si cercano solo nuovi stimoli perché la vita precedente non si appiattisca troppo come coniugi alla deriva d’un matrimonio. Eppoi. Non ce lo insegnano proprio il buon Evaristo Neri e l’adorabile Cosimo Morandi che si può perseguire il proprio cammino e nel mezzo fare anche dell’altro? Torniamo alla Passione 1820 allora. O appunto.
La Passione di cui abbiamo letto è proprio dell’annata riportata nel titolo. Una storia con intrecci reali e inventati all’alba del Risorgimento italiano che a Maria non ha annoiato, a Letizia è piaciuto più nella prima parte, a Katia è piaciuto molto, Rosanna ritiene che potrebbe leggersi nelle scuole, Alberto si è chiesto se la pubblicazione era in vista del cento cinquantenario dell’unità d’Italia. Io penso che la lettura di questo libro in questo momento sia venuta proprio bene.
Noi donne ( accidenti siamo quasi tutte donne! ) ci siamo tutte innamorate di Cosimo Morandi e del conte Evaristo. Abbiamo riconosciuto questi personaggi come pennellati da Franco Foschi soprattutto nelle citazioni e nella ironia. Mentre tutta la ricostruzione storica l’abbiamo addebitata a Maurizio Ferrara che, chissà perché, ce lo siamo immaginati con più tempo a disposizione per dedicarsene. Ce ne daranno ragione o torto, il ventinove è ormai vicino. Tutti siamo ancora d’accordo sulla pulizia della scrittura di questo libro, sulla precisione e quasi perfezione e, parlandone, sulla emulazione casuale o voluta di personaggi e storie già testate come quella de I Promessi Sposi, con percorsi paralleli ma epiloghi diversi. Ritroviamo infatti una Lucia, un cardinale, e un amore che non sarà amore. Lorena ci ascolta attenta. Barbara pure. A me mi si è insinuato il dubbio che il duchino non si sia impiccato ma sia stato impiccato da suo padre…dev’essere la mia anima criminale che ho scoperto nell’incontro precedente! Maria ha adorato la marchesa Cima, una donna che pensava che una passione non manca mai il suo obiettivo. Giusy, e con lei tutti, ha pensato che Jean Loup ha fatto una morte davvero stupida. La chiusa con Dumas poteva valergliene una più clamorosa e valorosa. Neanche il tempo di arrivare a Napoli e poi a Roma capitale! Il conte Evaristo resta un vero gentiluomo.
Jean Loup e le sue stelle non potevano non entrarmi nel cuore ma Cosimo e la neve sono state le immagini più belle di questo libro secondo me. La contrapposizione più riuscita della forza e della leggerezza e di quanto la seconda possa annientare la prima. Di come la nostra mente o il nostro cuore si assopiscano banalmente sconfitti in ragione di un candore. Forse perché non siamo più abituati al candore, alla chiarezza della bellezza semplice.

1 commento:

  1. Ho finito adesso di leggere Passione 1820. All'incontro ero impreparata, e quindi ho ascoltato volentieri i pareri degli altri senza però poter dire la mia. Certamente Cosimo Morandi è il personaggio che rimane più nel cuore, suscitando maggiore simpatia. Per il resto concordo su quanto detto, e cioè che il romanzo è estremamente didattico, tanto da sembrare un bel libro di storia da presentare ai ragazzi a scuola. In molti punti si perde in elenchi lunghi e (secondo me) inutili. A mio parere mancano figure femminili di rilievo. L'unico personaggio feminile di un certo spessore è la marchesa Cima, che comunque ricalca il clichè della donna ricca mangiatrice di uomini giovani, ma senza nessun peso nel contesto politico e storico.
    Lorena

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