Non andare cercando quale sorte il destino ha assegnato a me, a te; non consultare i maghi d'Oriente. E' meglio - vedi - non sapere; è meglio sopportare quello che verrà. Forse molti anni ancora stanno davanti a noi; forse questo inverno, che le onde del tirreno fiacca su la scogliera, è l'ultimo. Ma tu ragiona, vivi felice, e, poiché breve è la nostra vicenda, non inseguire i sogni di un futuro lontano. Ecco, mentre noi parliamo, il tempo invidioso se ne va. Cogli questo giorno che fugge, e non fidarti mai del domani.
(da Orazio, Odi, I, II)

sabato 5 marzo 2011

Passione 1820 di Maurizio Ferrara e Franco Foschi

Dal titolo si potrebbe pensare ad una passione amorosa datata 1820. E un lettore poco curioso e non incline alle storie d’amore pure e semplici sarebbe restato indietro dal leggerlo. Peccato. Colpa della comunicazione divenuta così povera o così avara o così manomessa, come direbbe Carofiglio, da abusare delle parole spogliandole della loro origine, del loro significato. Mai stato più aderente a quel che poi si racconta, un titolo.
Siamo nel pieno della Restaurazione infatti, nel pieno della censura papalina e della repressione dello Stato. E passione è la pittura, è l’amicizia, è la guerra, è la neve, è il brigantaggio, è un orologio, è un duello, una fuga, una schiava, il desiderio, un paesaggio, la virtù, la patria, il destino, le stelle, la morte, la malinconia. L’unica storia d’amore che poteva esserci si è fermata nella fossetta d’un sorriso.
Dunque un romanzo storico appassionato, ironico e leggero, avventuroso e schietto, con personaggi reali e inventati, belli allo stesso modo.     

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