Non andare cercando quale sorte il destino ha assegnato a me, a te; non consultare i maghi d'Oriente. E' meglio - vedi - non sapere; è meglio sopportare quello che verrà. Forse molti anni ancora stanno davanti a noi; forse questo inverno, che le onde del tirreno fiacca su la scogliera, è l'ultimo. Ma tu ragiona, vivi felice, e, poiché breve è la nostra vicenda, non inseguire i sogni di un futuro lontano. Ecco, mentre noi parliamo, il tempo invidioso se ne va. Cogli questo giorno che fugge, e non fidarti mai del domani.
(da Orazio, Odi, I, II)

martedì 29 marzo 2011

Bologna - Faenza (Guido Leotta e Franco Foschi)


Con un gesto teatrale Guido tira fuori il biglietto del treno che ha ormai perso, lo accartoccia e fa canestro in un cestino. Che strano uomo Guido. Non ha il telefono cellulare né l’orologio e neanche guida. Se lo si vuole contattare lo si può chiamare solo ad un numero fisso oppure, per una lieve compiacenza alla tecnologia, gli si può scrivere ad un indirizzo e – mail. Si sposta in treno che a volte perde.
‘Ti porto a Faenza.’ gli dice Franco ancora col bicchiere in mano.
Franco usa il telefono cellulare, ha un orologio a catena, guida e gli si può scrivere sempre anche se risponde solo nelle ore dopo la mezzanotte e mezza. Che strano uomo anche Franco. Sembra non dorma mai.
L’auto è parcheggiata poco lontano dalla saletta che li ha visti ospiti. Guido vorrebbe appisolarsi, Franco sarebbe pronto ad affrontare un’altra giornata intera attaccata a quella appena trascorsa.
‘Secondo te ci invitano di nuovo?’ inizia Franco, baldanzoso alla conversazione, appena finisce la manovra per uscire dal parcheggio.
‘Ma sai…Vita mi ha chiesto delle copie di senza via d’uscita…la storia della nostra amicizia, la musica che entra nella carta, i morti ammazzati senza un vero motivo logico ma solo perché lasciati a lungo su un crinale…t’ho raccontato di quella volta che ci hanno chiamati a suonare ad un festival de l’unità? dovevamo iniziare alle nove ma era mezzanotte e noi aspettavamo ancora sul retro senza che nessuno si degnasse di scusarsi o di dire qualcosa semplicemente… il crinale appunto… sì, siamo caduti bene col Faxtet, il crinale ci ha fatti andare dalla parte giusta…ecco poi la musica che se non l’ho spiegata bene che è il collante, che dà ritmo agli scritti, che…’
‘Guido, non ci invitano più… Hanno capito persino quella cosa del mito e del rito!’ lo interrompe Franco.
‘Infatti! Sono commosso, sai? Quel mito celtico…perdonne! gaelico, so che ti piace di più, ecco quel mito gaelico è molto importante, ricordi che avevo voluto inserirlo con vera cura all’interno del libro? perché è la comunicazione tra il mondo dei vivi e quello dei morti e tu di morti...a noi la morte spaventa mentre per la cultura irlandese è un momento topico proprio la vita che si rompe…tu però possibile che devi proprio ammazzare tutti? per fortuna che come ha detto Giampiero ( a proposito: davvero caro Giampiero a farsi trovare ) che i personaggi erano finiti sennò sarebbe stata l’ecatombe di Fiumalbo…dicevo, il mito gaelico, la musica che se suonata nella melodia giusta lascia la comunicazione tra i due mondi, era soprattutto il suono dell’arpa a…’ Guido sta continuando a parlare mentre Franco lo guarda per capire se per caso non è in trance con chissaquantilettorispettarorianimedell’aldiquaedell’aldilàgiubilari.
Faenza 10 km.                                   
Franco sta pensando che se gli fa un’altra domanda arriva dritto dritto senza accorgersene ormai a Faenza quando Guido rinviene e chiede:
‘C’è qualcosa che non va, Franco? Ho avuto questa sensazione durante l’incontro, non hai aperto bocca, sei sembrato il filofranscesé un po’ saccente e supponente lasciando peraltro parlare solo me che sarò sembrato l’intellettuale anacronistico e anche logorroico…’
Faenza 5 km.
‘Ma no, Guido, pensavo solo alla bella serata.’
‘Bella sì. Quanti erano? Una ventina di sicuro…ma davvero alla Feltrinelli di Firenze erano solo in tre e due peraltro erano tedeschi? o te lo sei inventato per simpatia? Però la prossima volta, hai visto?, possiamo non mangiare prima e neanche doverci inventare di aver segnato un orario piuttosto che un altro. Del resto Giampiero me l’aveva anche detto che sono ospitali, che di sicuro non saremmo restati affamati e assetati…’
‘Buonanotte, Guido, ti faccio scendere qui?’
Il dialogo è di pura fantasia, liberamente e ironicamente ispirato alla serata che Guido e Franco hanno regalato agli Itineranti. Se ho commesso degli errori meglio qui che altrove.
I puntini di sospensione sono tutti dedicati a Franco, Guido non me ne voglia.
Il crinale che ha scelto di non liquidarmi come una stalker regalandomi un abbraccio tutto a Guido, Franco non me ne voglia.
La sorpresa di trovare anche Giampiero mi ha resa bambina, Guido e Franco non me ne vogliano.  
Vita

1 commento:

  1. Fantastica l'idea di riassumere la serata in un fantomatico viaggio!! Fa molto...Vita!
    Splendida serata, condotta molto bene dai due autori. Entrambi rilassati e aperti al confronto, li ho sentiti a proprio agio sia nella situazione generale (avranno ben presentato diversi libri!!) che nella nostra "particolare" creata da lettori curiosi, avidi, preparati e/o rilassati che ognuno di noi impersonava alla perfezione come in ogni nostro incontro. A parte il piacere il averli incontrati e di esserci potuti confrontare con loro su letture estremamente piacevoli e interessanti, la cosa che mi è piaciuta molto è proprio questa nostra capacità di non perdere le nostre identità soggettive e la nostra identità come gruppo di fronte all'onore di ricevere gli autori in casa (onore, sì, noi adoriamo i libri e gli autori che leggiamo... ok, non sempre ma questo era il caso!). Merito di Franco, Guido, Gianpiero, Giarrico etc...certo, ma voglio pensare anche nostro, di noi cari Itineranti che sì, a volte ci scontriamo, ci urtiamo, ci parliamo sopra, latitiamo o ci annoiamo, ma siamo sempre qui e non dubitiamo mai del piacere di continuare a trovarci, in un modo o nell'altro, in un posto o in un altro, drogati dell'immenso privilegio di rivivere una storia in una quindicina di modi diversi. Alle volte muoio dalla voglia di sapere cosa pensano Katia o Maria dell'autore, Mirca o Rosanna dei protagonisti; ascoltare Lorenzo nelle sue belle intuizioni e cercare di convincerlo a fare flamenco con sua moglie ma in un altro giorno! Sapere se ci saranno Luigi o Angelo e se Barbara e Alberto hanno finito il libro... Scoprire che anche Vita e Letizia si sono innamorate del mio stesso personaggio preferito...trovare lettori nuovi, essere sgridata se faccio troppe battute... Lo so che ho dimenticato qualcuno, ma sento la mancanza di chiunque non ci sia quando ci sono io.
    Ok, mi sono persa in chiacchiere come al solito, è un regalo a te Vita che ci tieni tanto, ma a tutti noi che ci teniamo quanto te, anche se qualche volta e per qualche tempo ti sei trovata a rincorrere qualcuno (me per prima!!) o a temere di essere insistente... Semmai lo fossi stata davvero,cara Vita, oggi è un tuo grande merito.
    Troppo mieloso tutto questo per me...
    Comunque, rimango dell'idea che se Mirella non fosse morta (l'avete uccisa per questo?) il caro Colajacono ci avrebbe fatto più di un pensierino.

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