Complice la neve di questi giorni, una piccola premura si è trasformata in vero interesse per dei piccoli esseri alati come cinciarelle, passerotti e pettirossi. Mi è tornato allora alla mente un libro scoperto qualche tempo fa L'Uccello Beffardo di Gerarld Durrel. Ve lo suggerisco, che non ci si rimproveri ancora che vogliamo solo piangere in questo gruppo!
Zenkali è un paradiso tropicale: un'unica specie vegetale, l'albero Amela, regge l'intera economia dell'isola e dà lavoro a tutti i suoi abitanti, che non conoscono tasse né catastrofi naturali e scorrazzano su ecologici risciò.
I difetti di una centrale elettrica che funziona a singhiozzo non turbano la tranquillità degli isolani, né ci riescono i frequenti errori tipografici del quotidiano locale, che anzi suscitano l'ilarità del sovrano e del suo seguito. L'isola, sperduta nell'oceano, immersa in un magnifico clima tropicale, abitata da due tribù indigene pacifiche e divertenti con curiose abitudini, un tranquillo stile di vita e un re, alto quasi due metri per centoquindici chili e educato a Eton, continua a vivere la sua gioiosa vita. La flora e la fauna si sviluppano rigogliose, così come avevano fatto in passato quando avevano dato origine ad alcune rarissime specie autoctone, in particolare un uccello, denominato Uccello Beffardo, apparentemente estinto. In questo piccola terra della felicità, lontane potenze occidentali decidono di impiantare una base militare. Un giovane e intraprendente funzionario inglese, Peter Foxglove, mandato sull'isola per sovrintendere ad alcuni lavori preparatori, fa invece una scoperta straordinaria: l'Uccello Beffardo esiste ancora e vive in una zona selvaggia destinata, nei progetti, a essere sommersa dalle acque di una diga. Da questo ritrovamento nasce una disputa tra ecologisti e sostenitori del progetto di «modernizzazione». Solo l'Uccello Beffardo, con la comicità irresistibile di Gerald Durrel, l'autore de L'isola degli animali, potrà salvare l'isola dalla rovina.
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