Non andare cercando quale sorte il destino ha assegnato a me, a te; non consultare i maghi d'Oriente. E' meglio - vedi - non sapere; è meglio sopportare quello che verrà. Forse molti anni ancora stanno davanti a noi; forse questo inverno, che le onde del tirreno fiacca su la scogliera, è l'ultimo. Ma tu ragiona, vivi felice, e, poiché breve è la nostra vicenda, non inseguire i sogni di un futuro lontano. Ecco, mentre noi parliamo, il tempo invidioso se ne va. Cogli questo giorno che fugge, e non fidarti mai del domani.
(da Orazio, Odi, I, II)

mercoledì 16 maggio 2012

la favola di Ttino Passulino



Vieni! gli aveva detto la tartaruga. Ti faccio vedere com'è divertente. Sono grandi ma davanti al mio guscio non possono fare niente.
Il mio guscio non è ancora duro come il tuo, rispose il piccolino, ignaro che lui il guscio non lo avrebbe mai neppure avuto. Ma curioso com'era la seguì.
Si avvicinarono ad una tana mai vista da dove sbucarono due grosse figure che la compagna impertinente spiegò essere due cani. Poi sbucò anche un'altra figura, su due zampe. La tartaruga non sapeva bene di che animale si trattasse ma sicuramente doveva essere la madre degli animali, disse. Il piccolino restò nascosto a guardare. La tartaruga con la corazza spavalda attraversò la veranda e si posizionò sotto il muso dei due cani, ben rintanata nel guscio. I cani la annusarono un po', poi si allontanarono sconsolati e perdenti.
Max! Hope! vi siete di nuovo fatti burlare da una tartaruga? doveva essere la madre.

CC, davvero non vuoi venire a pranzo? stiamo insieme per Pasqua...le chiese salutandola.
Grazie, BB, ci sono i bobulotti...ti chiamo nel caso, va bene?
Va bene...
Lo sapeva che tanto non la chiamava. CC faceva così. BB le diede un bacio e poi via dal contadino a scegliere il coniglio per il pranzo pasquale. Quando si trovò davanti ai conigli non ebbe cuore di sceglierne alcuno e se ne tornò desolata.
Si mangia bene anche con la verdura, pensò. Eppoi... magari quello che mi guardava era una madre che chissà se è riuscita a nascondere il suo piccolo...

Mamma! Mamma! la chiamava disperato. Mamma! Mamma...ho fame, ho freddo... E nel mentre chiamava la madre si avvicinava alla grande tana, quasi stregato dal suo stesso chiamare. Si accucciò dietro l'uscio chiuso e si addormentò.

Max e Hope già all'alba avevano annusato sotto la porta qualcosa. Abbaiavano e correvano dalla porta al letto, dal letto alla porta. CC si alzò a vedere. Aprì la porta e ...e tu, piccolino passulino, chi sei? Il coniglio neppure attese che lo si invitasse e quando CC lo prese in braccio fu chiaro che avrebbe succhiato di tutto per la fame.

Pronto? BB, ho un coniglietto! un leprottino! è Pasqua, capisci? ed è venuto un coniglio dietro la porta!
Che bello, CC! ...oggi t'avrei preparato un pranzo a base di verdure.
Cosa...?

Ttino Passulino è restato da CC. Ci sono solitudini piene. Pure favole moderne in città

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