Non andare cercando quale sorte il destino ha assegnato a me, a te; non consultare i maghi d'Oriente. E' meglio - vedi - non sapere; è meglio sopportare quello che verrà. Forse molti anni ancora stanno davanti a noi; forse questo inverno, che le onde del tirreno fiacca su la scogliera, è l'ultimo. Ma tu ragiona, vivi felice, e, poiché breve è la nostra vicenda, non inseguire i sogni di un futuro lontano. Ecco, mentre noi parliamo, il tempo invidioso se ne va. Cogli questo giorno che fugge, e non fidarti mai del domani.
(da Orazio, Odi, I, II)

lunedì 8 aprile 2013

Il tempo tagliato, Silvia Longo


E' stata Maria a suggerire Il tempo tagliato. Devo ammettere che la lettura della trama me l'aveva prospettato come un romanzo d'amore tout court, anche la copertina rigida un po' mi allontanava.

La storia è quella di Viola, una donna devota del marito quando questi era in vita. In occasione di un concerto in sua memoria fugge via con un uomo appena conosciuto.

Si potrebbe dire che il libro è una storia sul tempo. Tutto il tempo imprigionato, tenuto in catene, usato a piacimento e fatto soffrire. Tutto il dannato tempo tagliato, offeso, provato a domare e covato, che fluisce via libero, imbocca il corridoio, lo percorre sino in fondo e se ne esce dalla porta di ingresso. Quel tempo dove è tardi per tornare indietro. Ma davvero è sempre tardi per tornare indietro? E perché tornare indietro? Non basterebbe fermarsi, tagliare il tempo, appunto, e ricominciare? Ho scoperto che il tempo tagliato è un tempo musicale. Scoperta assolutamente coerente con l'intreccio della storia, con il nome della protagonista (Viola, che è pure uno strumento musicale), con le colonne sonore che al lettore pare proprio di udire. Il tempo tagliato è un tempo semplice in musica. Da qui si dipana la discussione con Maria, Alessandra, Paola, Rosanna, Patrizia B., B.Lavinia, Lorenzo, Sarah, Elke.

Sì. Secondo Paola succede che sia necessaria una interruzione brusca per poi permettere al tempo di ricominciare. Succede di doversi fermare e aspettare indicazioni. L'ha toccata Viola quando resta col corpo morto del marito. Al contrario di Maria, non ritiene che il finale sia aperto.

Maria è restata affascinata dalla scrittura fluida che caratterizza molto il personaggio, come dall'uso di certi verbi al posto di altri (lavarmela di dosso anziché levarmela o frequentarsi anziché masturbarsi), ma che vanno a segno più efficacemente. Una sorta di la sventurata rispose manzoniana. E non c'è bisogno di dire altro, assecondando il pudore.

Patrizia si è innamorata del libro nella parte in cui descrive il lutto. Il tempo del lutto misura la distanza fra te e te. E fra te e il resto del mondo. Quantifica la durata della rotazione completa attorno al dolore. Il ritmo che conta è solo il tuo. Quello degli altri è una digressione che serve a confonderti l'ordine dei pensieri.

Anche Elke è restata turbata. Si è rivista nella scena della figlia che preferisce andare via il giorno di Natale per non restare assieme alla madre nel dolore. Le è piaciuto molto quando Viola si racconta, l'hanno disturbata i dialoghi con lo sconosciuto.

A Lorenzo ha interessato il fenomeno dello strano anello (ritrovarsi sempre al punto di partenza, dopo aver salito o sceso i gradini di un sistema), poi ha trovato la descrizione della danza macabra bellissima.

Ad Alessandra è venuto il nervoso, Viola doveva reagire.

Rosanna riparte da Federico, il marito morto. Dice che ha incantato Viola e quando ci si incanta il tempo si ferma. Poi, in coppie così simbiotiche, succede che, scoperte le fragilità (l'orologio che non funziona e lei che non c'è ad assisterlo), si muoia. Mentre dell'incontro con Mauro, lo sconosciuto, pensa che sia lui quello che mette la musica giusta nella vita di Viola. Che l'incontro con il dolore dell'altro ti può spaccare, ma, se è vero incontro, aiuta a ritrovarsi.

Già, dice Sarah. Ognuno prosegue per la propria strada più consapevole di prima.

Sono stati bravissimi, Viola e Mauro, ad avvicinarsi, respingersi, avvicinarsi di nuovo, attaccarsi, trovarsi e andare per la propria strada.

Bellissima la complicità tra tempo meteorologico e tempo musicale.

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