Non c'è Marco stasera.
Ma ho comunque due uomini, Matteo per la prima volta e Lorenzo.
Donne, al solito, tante. Maria, Sarah, Alessandra, B.Lavinia,
Patrizia B., Rosanna, Elke ed io.
Si parla di donne ne Le
difettose, ma non è un libro per donne. Si parla di donne con
l'ossessione della maternità. La protagonista è Carla, che può
contare su due guide spirituali d'eccezione, Seneca e la nonna Rina.
Marco, pur assente, mi ha
fatto arrivare il suo pensiero sul libro. Ritiene che il tema sia
femminile e la narrazione efficace, sebbene non sia entusiasta del
libro. Secondo lui i tempi suggeriti dalla natura devono essere
rispettati in quanto a fecondità. La libertà sbandierata di
decidere il tempo, di fatto è una schiavitù al proprio io. In
ultimo, visto che il libro cita personaggi biblici, è importante
ricordare che solo Dio può rompere i tempi naturali dell'uomo.
Rosanna trova geniale il
terzo personaggio che è Seneca, e dice che sì, in effetti la
scienza supporta protesi di onnipotenza. E che l'uomo, in questo caso
Carla, si ferma solo quando fa i conti con la morte.
Sarah è d'accordo sul
fatto che nella maternità è preferibile assecondare i tempi giusti,
evitare l'accanimento anagrafico. Ha letto che l'autrice è stata
criticata per aver trattato un tema così importante con facilità.
Invece a Maria è
piaciuto il tipo di scrittura, ironico, ma senza degradare gli
argomenti. Una scrittura persuasiva, con dialoghi sentiti. Ritiene
che possa essere un libro educativo e informativo. Quando enuncia le
casistiche non è incomprensibile o noioso, come potrebbe essere una
lettura scientifica. Quando descrive i personaggi li tratteggia con
cura. Quando affronta il tradimento, che tradimento non era, lo fa
con delicatezza. Secondo Maria una donna decide l'età, come decide
di abortire se non sente l'istinto materno. Quello a cui dovrebbe
essere posto un limite è il numero delle inseminazioni, e il
monoteismo genetico.
Sarah interviene dicendo
che non la disturba la fecondazione eterologa. La disturba la
difficoltà di accedere alle adozioni.
Elke pensa che le
esperienze raccontate sono tutte toccate bene, ma il tema le crea
delle contestazioni interiori. L'uomo non può pilotare tutto da un
lato, dall'altro la possibilità di raggiungere un sogno non può non
essere perseguita. Lei, in una situazione simile, avrebbe
perseverato. E l'ha colpita come Carla alla fine si aggrappi a tutto,
voti e stregonerie e intrugli.
Per B.Lavinia è stata
bellissima la solidarietà tra donne.
Lorenzo pensa sia un male
italiano, quello della maternità o paternità troppo spostato in
avanti e che poi crea delle difficoltà. In altri Paesi la soglia di
età per fare figli è più bassa, perché ne hanno la possibilità.
Lui accetterebbe tutto in termini medici, se fosse necessario ad
avere un figlio. Quello che non accetta è l'idea che un figlio ti
faccia passare i progetti, e quindi sia più facile rimandare il
figlio. Lui, da poco papà, dice di sentirsi vecchio, magari avrebbe
dovuto pensarci un po' prima, però ha visto i Duran Duran!
Matteo interviene anche
lui al suo primo incontro, e dice una frase bellissima. Ridurre il
gap generazionale è un regalo originale, nel senso di origine.
È quello che ho sempre
pensato per i miei figli, aver fatto loro un regalo d'età. Per me la
distanza generazionale è stata inibente. Poi, sulla fecondazione
assistita, penso davvero che non ci si debba accanire, che non si
possa martoriare il proprio corpo, che ci sia troppa speculazione, a
tratti troppe speranze gratuite e micidiali.