Non andare cercando quale sorte il destino ha assegnato a me, a te; non consultare i maghi d'Oriente. E' meglio - vedi - non sapere; è meglio sopportare quello che verrà. Forse molti anni ancora stanno davanti a noi; forse questo inverno, che le onde del tirreno fiacca su la scogliera, è l'ultimo. Ma tu ragiona, vivi felice, e, poiché breve è la nostra vicenda, non inseguire i sogni di un futuro lontano. Ecco, mentre noi parliamo, il tempo invidioso se ne va. Cogli questo giorno che fugge, e non fidarti mai del domani.
(da Orazio, Odi, I, II)

venerdì 6 dicembre 2013

Anch'io canto l'America

E' morto il simbolo della lotta alla segregazione razziale in Sudafrica, e ovunque.
La poesia, che riporto di seguito, l'ho imparata in terza elementare. Mi fece soffrire molto all'epoca. Ma non avevo colto, ricordo, il vero senso, non avevo inteso chi fosse il fratello più scuro. Solo, tifavo per lui perché diventasse forte.
Alle scuole medie la rivelazione. Un testo in inglese sull'apartheid con una immagine efficacissima di panchine vietate ai neri. Eccolo il fratello più scuro, non era un bambino lasciato solo a mangiare in cucina. Eccolo, Madiba, è diventato forte.

Anch’io canto l’America.
Io sono il fratello più scuro.
Mi mandano a mangiare in cucina
Quando vengono ospiti,
ma io rido
e mangio bene
e divento forte.
Domani,
siederò a tavola
quando vengono gli ospiti.
Allora
Nessuno oserà
Dire di me
E poi,
vedranno come sono bello
e si vergogneranno:
anch’io sono l’America.

                            (Lungston Hughes)

1 commento:

  1. Che meraviglia la poesia! Non la conoscevo.
    Mi piace ricordare qui un pensiero di Madiba:" un vincitore è un sognatore che non si è mai arreso". E ancora: "dopo la vittoria, l'unica cosa che conta è la pace con il nemico". I 26 anni di prigionia, che avrebbero annientato chiunque, lo hanno reso più che mai forte e determinato a non arrendersi, a continuare il suo sogno e a lavorare per la riconciliazione, sua parola d'ordine. Ciao, Madiba

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