Non andare cercando quale sorte il destino ha assegnato a me, a te; non consultare i maghi d'Oriente. E' meglio - vedi - non sapere; è meglio sopportare quello che verrà. Forse molti anni ancora stanno davanti a noi; forse questo inverno, che le onde del tirreno fiacca su la scogliera, è l'ultimo. Ma tu ragiona, vivi felice, e, poiché breve è la nostra vicenda, non inseguire i sogni di un futuro lontano. Ecco, mentre noi parliamo, il tempo invidioso se ne va. Cogli questo giorno che fugge, e non fidarti mai del domani.
(da Orazio, Odi, I, II)

lunedì 16 dicembre 2013

Sei come sei, Melania Mazzucco

E' un libro difficile quello di questa sera. È la storia di Eva, figlia di due padri. Uno, quello naturale, muore. Erano andati a concepirla in Armenia.
A discutere di questa ragazzina siamo in tanti. C'è pure Luigi, di nuovo. Poi Sarah, Marco, Maria, Giuliana, Patrizia, Marina, Anna, Lavinia, Rosanna e io.
Preferisco ascoltare gli altri prima. A tratti ho avuto la sensazione di Eva come di una bambina disturbata. E non so dire se è per la situazione familiare.
Per Maria non è disturbata affatto. Anzi, è straordinaria. Le succedono cose particolari, poi è vittima di bullismo. L'inicidente non è l'effetto di alcun disturbo, il ragazzino le piaceva. Sì, ma si capisce solo alla fine, fa notare Marina, forse per questo il gesto di spingerlo sotto il treno. Ma no, continua Maria, la sensazione c'era. A Eva dobbiamo pensare come ad una ragazzina violentata dai parenti che l'hanno allontanata dall'unico uomo che era la sua famiglia.
Giuliana pensa che questo sia un libro sulla maternità negata, la bambina non può che uscirne annichilita. Poi, il libro le è sembrato scritto male. Ecco. Anche Sarah lo pensa e lo dice con delusione perché Vita (un successo dell'autrice) le era piaciuto molto.
Marco non crede sia un brutto libro questo. Lui non nasconde i suoi pregiudizi influenzati da un pensiero incentrato sulla Creazione. Però capisce che ci possa essere l'amore tra due persone dello stesso sesso. Fa più fatica a capire il desiderio di maternità. Si mette dalla parte del più debole, che è Eva in uesto caso. A questa bambina manca qualcosa che non è nella natura dell'uomo, l'uomo ha forzato la mano in ragione di un puro egoismo. In che senso? Chiede Maria, secondo la quale l'amore non dev'essere fecondo. L'amore è fecondo perché amore. Nella coppia della storia c'è un rispetto fortissimo tra loro e il desiderio di avere un figlio è dell'amore. Marco ribadisce che gli pare una forzatura. Una forzatura, allora, anche quando avviene in coppie etero, come abbiamo visto ne Le difettose, insiste Maria. Marco a questo punto dice che vorrebbe conoscere delle persone che hanno vissuto cose così, per poter chiedere e capire. Giuliana e Marina sono sulla linea dell'egoismo. Anche perché, fa notare Marina, i due cercano un figlio quando si accorgono d'essere in crisi. Stessa dinamica che purtroppo si ripete nelle coppie etero. Maria legge un pezzo di storia dove è fuori di dubbio che fossero in crisi, loro il figlio lo volevano proprio. Tutti nella discussione sembriamo tifare per Giose, il padre sopravvissuto. Luigi è incuriosito da questa cosa. Si vede poi sulle posizioni di Marco. Lui non è gay e vuole rimanere così. Giuliana gli risponde dicendo che Christian è freddo, ecco perché. Lavinia l'avrebbe mandata volentieri in collegio, Eva. E Rosanna chiude dicendo che l'egoismo c'è sempre, in qualsiasi coppia. Qui, quello che è mancato davvero è la gestazione. Cosa che nelle coppie lesbiche invece si trova ancora.
Tutti siamo d'accordo che, forse, per ragioni letterarie, tutta la parte legale sia stata omessa. In Italia non c'è ancora una legislazione sul tema.
Io, fino alla fine, mi avvalgo del mio agnosticismo. Perché tutto quello che riesco a pensare è che la natura non si spinge così oltre. Spesso si ferma. Di qualsiasi genere siano le coppie.

1 commento:

  1. Grazie, Vita, di questo racconto. Mi mordo le labbra per non partire a razzo e discutere appassionatamente su tutto con tutti.
    Anche qui, come in ogni situazione, che sia apparentemente normale o chiaramente straordinaria, ho bisogno solo di confrontarmi, senza pensare MAI di avere io la verità in mano. Vuota dentro da ogni preconcetto. Come si fa, altrimenti, ad andare avanti tenendoci per mano, tutti diversi e tutti in fondo uguali?

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