E' un libro difficile
quello di questa sera. È la storia di Eva, figlia di due padri. Uno,
quello naturale, muore. Erano andati a concepirla in Armenia.
A discutere di questa
ragazzina siamo in tanti. C'è pure Luigi, di nuovo. Poi Sarah,
Marco, Maria, Giuliana, Patrizia, Marina, Anna, Lavinia, Rosanna e
io.
Preferisco ascoltare gli
altri prima. A tratti ho avuto la sensazione di Eva come di una
bambina disturbata. E non so dire se è per la situazione familiare.
Per Maria non è
disturbata affatto. Anzi, è straordinaria. Le succedono cose
particolari, poi è vittima di bullismo. L'inicidente non è
l'effetto di alcun disturbo, il ragazzino le piaceva. Sì, ma si
capisce solo alla fine, fa notare Marina, forse per questo il gesto
di spingerlo sotto il treno. Ma no, continua Maria, la sensazione
c'era. A Eva dobbiamo pensare come ad una ragazzina violentata dai
parenti che l'hanno allontanata dall'unico uomo che era la sua
famiglia.
Giuliana pensa che questo
sia un libro sulla maternità negata, la bambina non può che uscirne
annichilita. Poi, il libro le è sembrato scritto male. Ecco. Anche
Sarah lo pensa e lo dice con delusione perché Vita (un successo
dell'autrice) le era piaciuto molto.
Marco non crede sia un
brutto libro questo. Lui non nasconde i suoi pregiudizi influenzati
da un pensiero incentrato sulla Creazione. Però capisce che ci possa
essere l'amore tra due persone dello stesso sesso. Fa più fatica a
capire il desiderio di maternità. Si mette dalla parte del più
debole, che è Eva in uesto caso. A questa bambina manca qualcosa che
non è nella natura dell'uomo, l'uomo ha forzato la mano in ragione
di un puro egoismo. In che senso? Chiede Maria, secondo la quale
l'amore non dev'essere fecondo. L'amore è fecondo perché amore.
Nella coppia della storia c'è un rispetto fortissimo tra loro e il
desiderio di avere un figlio è dell'amore. Marco ribadisce che gli
pare una forzatura. Una forzatura, allora, anche quando avviene in
coppie etero, come abbiamo visto ne Le difettose, insiste Maria.
Marco a questo punto dice che vorrebbe conoscere delle persone che
hanno vissuto cose così, per poter chiedere e capire. Giuliana e
Marina sono sulla linea dell'egoismo. Anche perché, fa notare
Marina, i due cercano un figlio quando si accorgono d'essere in
crisi. Stessa dinamica che purtroppo si ripete nelle coppie etero.
Maria legge un pezzo di storia dove è fuori di dubbio che fossero in
crisi, loro il figlio lo volevano proprio. Tutti nella discussione
sembriamo tifare per Giose, il padre sopravvissuto. Luigi è
incuriosito da questa cosa. Si vede poi sulle posizioni di Marco.
Lui non è gay e vuole rimanere così. Giuliana gli risponde dicendo
che Christian è freddo, ecco perché. Lavinia l'avrebbe mandata
volentieri in collegio, Eva. E Rosanna chiude dicendo che l'egoismo
c'è sempre, in qualsiasi coppia. Qui, quello che è mancato davvero
è la gestazione. Cosa che nelle coppie lesbiche invece si trova
ancora.
Tutti siamo d'accordo
che, forse, per ragioni letterarie, tutta la parte legale sia stata
omessa. In Italia non c'è ancora una legislazione sul tema.
Io, fino alla fine, mi
avvalgo del mio agnosticismo. Perché tutto quello che riesco a
pensare è che la natura non si spinge così oltre. Spesso si ferma.
Di qualsiasi genere siano le coppie.
Grazie, Vita, di questo racconto. Mi mordo le labbra per non partire a razzo e discutere appassionatamente su tutto con tutti.
RispondiEliminaAnche qui, come in ogni situazione, che sia apparentemente normale o chiaramente straordinaria, ho bisogno solo di confrontarmi, senza pensare MAI di avere io la verità in mano. Vuota dentro da ogni preconcetto. Come si fa, altrimenti, ad andare avanti tenendoci per mano, tutti diversi e tutti in fondo uguali?