Non andare cercando quale sorte il destino ha assegnato a me, a te; non consultare i maghi d'Oriente. E' meglio - vedi - non sapere; è meglio sopportare quello che verrà. Forse molti anni ancora stanno davanti a noi; forse questo inverno, che le onde del tirreno fiacca su la scogliera, è l'ultimo. Ma tu ragiona, vivi felice, e, poiché breve è la nostra vicenda, non inseguire i sogni di un futuro lontano. Ecco, mentre noi parliamo, il tempo invidioso se ne va. Cogli questo giorno che fugge, e non fidarti mai del domani.
(da Orazio, Odi, I, II)

martedì 8 aprile 2014

Le parole per dirlo

La vita della protagonista così profondamente lacerata mi ha commossa. E il coraggio, poi, di prendere in mano ciascun brandello di quella vita e ricostruirlo. Parola per parola. 
Le parole per dirlo è il racconto di una giovane donna che rinasce, o semplicemente nasce, con la psicoanalisi. Ed è un riconoscimento altissimo a questo ramo della medicina, capace di fugare ogni scetticismo a riguardo. A cominciare dal mio, forse. Ché non tutti hanno la coscienza dell'ascolto, come l'uomo piccolo nel vicolo.
Sono convinta della importanza delle parole, ma più ancora della loro pesantezza. Ma non basta solo scovarle, trovarle. Bisogna anche emetterne il suono, perché alla fine è il linguaggio che crea la realtà. Questo libro ha l'onestà terribile di tirarle fuori tutte, le parole. Anche quelle più indicibili, che non si addicono ad una classe borghese. Dire con le parole quanto abbia pesato un aborto mancato, quello della sua vita per l'insufficiente coraggio di sua madre, ed essere condannata poi a vivere in un continuo aborto. Quanto possa essere feroce una educazione in ragione di un dio che, di sicuro, se ci ha creati, se siamo le sue creature, non ci vuole costretti nella prigione del nostro corpo.

1 commento:

  1. Non vorrei sbagliarmi, ma credo che questo libro meraviglioso risalga agli anni '70, non so se alla fine di essi.
    E' stato il libro-guida per un certo periodo della mia vita, nel senso che mi ha letteralmente illuminata dentro. E l'ho fatto conoscere alle mie alunne di allora, alle Rubbiani di Porretta. Con un po' di batticuore, perché potevo aver sbagliato totalmente a mettere in mano un libro del genere a ragazze di 16 anni. Un libro dove le parole sono perfino pietre e comunque, una volta lette, magari con una buona dose di disagio, esigono di essere nominate. Le ragazze le accettarono e insieme cercammo di svelarle e sfogliarle, fino al cuore, come cipolle.
    In sala Borsa, negli ultimi due mesi, psicoanalisti autorevoli hanno richiamato questo libro più volte e mi ha profondamente colpito ed emozionato che Marie Cardinal e il suo coraggio di 40 anni fa abbia tuttora l'onore della citazione. E io le dico di nuovo GRAZIE per avermi accompagnata a lungo e tenuta per mano.

    RispondiElimina