Tutto qua, recita la dedica sulla mia copia. Ma non è tutto qua. La vita non è una frase monca. Anche quando siamo in tanti, ombre nell’ombra. Quando la parola è contraffatta perché un traduttore pazzo usa dei sostantivi diversi per un uguale silenzio e qualcun altro svilisce il sentimento ché ha un solo zero in fondo. Quando i senzadio perseverano nel peccato e nell’impotenza del padre assolutore. O quando il lavoro non piace e nessuno si accorge di un’assenza. E neanche quando infreddoliti accendinisti si sfregiano per questioni di spazio e quote di mercato. Anche quando il rimpianto è di qualcosa neanche mai sfiorato e una fetta di cocomero basta per dissetare l’arsura del cuore. La vita non è una frase monca, no. Persino se la cravattona indossata pende verso la trave maestra, in direzione sbagliata. Non è monca perché presi da soli abbiamo dei nomi normali ma insieme ad altri possono formare un’anima.
Le note non muoiono mai, al massimo suonate sbagliate o restate silenziose nella campana del trombone.
L' antipasto Un inverno dispari della coppia Foschi & Leotta e il tuo articolo mi obbligano ad "assaggiare" questo libro scritto da Guido Leotta dal titolo curioso.
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