Un romanzo breve, diacronico, con protagoniste due donne appassionate, Carolina e Gemma. La storia è la più semplice e la più antica, d'amore, forte come la morte per la prima, tenace come la vita per la seconda. E' l'anno 2010 e Carolina riposa in una tomba della Certosa bolognese da quasi duecento anni. Il resaturo della sua ultima dimora è l'occasione per Gemma di conoscerla, l'occasione del cambiamento. Il personaggio maschile è un cameo che incide la storia d'amore più antica ed ha il fascino di un romaziere non ancora famoso che a Gemma arriverà col nome di Stendhal. La narrazione è disseminata di aforismi in principio di ogni capitolo, quello che più rappresenta la storia ha la firma di Gramellini e vuole che per fare un passo in avanti bisogna perdere solo un po' l'equilibrio.
Non andare cercando quale sorte il destino ha assegnato a me, a te; non consultare i maghi d'Oriente. E' meglio - vedi - non sapere; è meglio sopportare quello che verrà. Forse molti anni ancora stanno davanti a noi; forse questo inverno, che le onde del tirreno fiacca su la scogliera, è l'ultimo. Ma tu ragiona, vivi felice, e, poiché breve è la nostra vicenda, non inseguire i sogni di un futuro lontano. Ecco, mentre noi parliamo, il tempo invidioso se ne va. Cogli questo giorno che fugge, e non fidarti mai del domani.
(da Orazio, Odi, I, II)
domenica 9 ottobre 2011
Ti lascio una storia da raccontare di Katia Brentani e Silvia Aquilini
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