Non andare cercando quale sorte il destino ha assegnato a me, a te; non consultare i maghi d'Oriente. E' meglio - vedi - non sapere; è meglio sopportare quello che verrà. Forse molti anni ancora stanno davanti a noi; forse questo inverno, che le onde del tirreno fiacca su la scogliera, è l'ultimo. Ma tu ragiona, vivi felice, e, poiché breve è la nostra vicenda, non inseguire i sogni di un futuro lontano. Ecco, mentre noi parliamo, il tempo invidioso se ne va. Cogli questo giorno che fugge, e non fidarti mai del domani.
(da Orazio, Odi, I, II)

domenica 30 ottobre 2011

Il Silenzio dell'Onda di Gianrico Carofiglio



E' di una malinconia commovente l'ultimo libro di Gianrico. Con la voglia di rileggerlo appena finito. La storia è davvero singolare perché si svolge attorno ai sogni di un ragazzino e ad un percorso psicoanalitico di un maresciallo quarantasettenne. Due figure femminili, anche qui una più giovane e una più matura, fanno da traino e scompaiono man mano che si dipanano i ricordi e i sentimenti delle figure maschili. La scenografia è quella della capitale. Banale, si potrebbe dire. Disarmante, invece, nelle lunghe passeggiate e nei luoghi del cinema, visti chissà quante volte, che ancora, però, restituiscono la Roma più bella. Oltre alla storia di rinascita dell'uomo e al mistero onirico del ragazzino, all'interno del libro si trova un delizioso cammeo di riscatto per una giustizia troppo spesso sfiduciata e denigrata, e finalmente la certezza che 'le botte le danno soprattutto quelli che non sanno fare bene gli investigatori'. Il finale del libro è semplicemente bello. Senza poter dire, senza riuscire a dire. Occorre aver letto molti libri per descrivere una sensazione.


Nessun commento:

Posta un commento