Non andare cercando quale sorte il destino ha assegnato a me, a te; non consultare i maghi d'Oriente. E' meglio - vedi - non sapere; è meglio sopportare quello che verrà. Forse molti anni ancora stanno davanti a noi; forse questo inverno, che le onde del tirreno fiacca su la scogliera, è l'ultimo. Ma tu ragiona, vivi felice, e, poiché breve è la nostra vicenda, non inseguire i sogni di un futuro lontano. Ecco, mentre noi parliamo, il tempo invidioso se ne va. Cogli questo giorno che fugge, e non fidarti mai del domani.
(da Orazio, Odi, I, II)

mercoledì 9 novembre 2011

La Traccia dell'Angelo e Le Beatrici di Stefano Benni

Chiara è seduta sui gradini dell'ingresso e sta per invirami un messaggio quando le sono apparsa dietro la porta a vetri. Ci salutiamo, mi dice che Barbara non è ancora arrivata e che Katia non verrà. Già. Qualcuno non riesce ad esserci stasera, come Elke che aveva un compleanno, Letizia che non aveva un baby sitter, Alberto che ha l'esame di stato. Tutti gli altri non pervenuti. Arriva Barbara sorridente come sempre, ci apre. Cioè le apriamo il portone e lei apre la sala. Poi arrivano Maria, Lorena, Sarah, Gabriella, Giuseppe, Nara, Lorenzo e Luisa.
So che hanno mugugnato su Benni. Il bello dell'attesa degli incontri è che di tanto in tanto mi arrivano messaggi con l'indice di gradimento della lettura in corso. Sicuramente La traccia dell'angelo è lontana dal Bar Sport di qualche decennio fa, spensierato e gigiolone. A me ha infastidito la narrazione morale o moralista. Ma ho accolto la denuncia del dolore inascoltato o trattato con sufficienza chimica. Mi è piaciuto Gaddo, l'angelo cattivo che non mi sembrava poi così cattivo, mi sono piaciuti i nomi dei personaggi. Uno che si chiama Morfeo e il suo male è l'insonnia è delizioso. Sarah fa fatica a comprendere i libri di Benni, lo preferisce nei racconti brevi. De La traccia dell'angelo le è piaciuto l'inizio perché l'ha riportata al Natale da piccola. Anche a Lorena ha interessato la storia del Natale post cellulare, dove si ha talmente tanto che non si apprezza più nulla. A Maria questo libro, al contrario de Le Beatrici, non è piaciuto. E' scritto bene, sostiene, ma la mette in difficoltà la scrittura che si allontana continuamente da ciò che può toccare con mano. Anche lei ha accolto le denuncia dei farmaci ma non le è piaciuta che sia stata fatta in maniera didattica. Sugli angeli poi ha da ridire. Se deve pensare che esistano vuole che ci siano sempre. Non qualche volta sì, altre no come mi aveva fraintesa. No, no. Per me l'angelo, se è angelo, ci deve essere sempre. E poi anche più di uno, se più di una sono le persone care passate oltre. A Giuseppe non sono piaciuti entrambi i libri. Ha trovato delirante La traccia dell'Angelo. Gaddo lo ha fatto pensare a Il Maestro e Margherita di Bulgakov ma è stata solo un'occasione persa perché solo sfiorata. Le Beatrici non gli è piaciuto perché prova fastidio a leggere pezzi di teatro. Ma i testi delle canzoni sono geniali. A Barbara Le Beatrici son garbate tanto. Lorenzo non ha letto. A Luisa le due letture non hanno trasmesso nulla e non le era mai capitato. Nara ha letto Le Beatrici solo fino a metà. Era passata a La traccia dell'angelo per risollevarsi un po' e alla fin fine non l'ha trovato malvagio. Le ha lasciato persino la speranza che sia stato tutto un sogno e bacia il libro ripensando a Viola di Grado. Gabriella, eccola, lei preferisce la vitalità di Viola di Grado invece ed è risentita con noi perché pensa che le abbiamo contrabbandato i titoli di Benni come letture leggere mentre vi ha trovato solo cupezza. La cupezza di una esperienza personale molto sofferta, di non accettazione della morte, di incapacità di stare al mondo degli occidentali. Maria non ce la fa e chiede se non è un pallino quello che ha della cultura occidentale. No, risponde Gabriella, è solo che la sofferenza così spiattellata non le piace, mancano poi gli strumenti per affrontarla. Io però credo che non spetti a Benni dare gli strumenti. Lui ha raccontato una storia. Una storia di denuncia, siamo tutti d'accordo. Anche una storia incredibilmente d'amore, come ha detto Maria. L'amore per il figlio, riempiendo pagine dense che potrebbero portare ad un dibattito notevole. Lorena in quelle pagine ha sentito l'autore di una voce femminile molto bella, di una sensibilità molto forte. La stessa sensibilità io l'avevo ritrovata nell' Attesa de Le Beatrici, e ne ero rimasta sorpresa.

C'è una frase di non ricordo chi che più o meno recita che la vita è un lungo sogno. La traccia dell'angelo è la vita, episodi della vita. Morfeo è bambino quando scopre la morte. Si diventa grandi quando la si scopre quest'antagonista della vita. Morfeo forse sogna per tutto il racconto. Evita la morte, preferisce la vita.




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