Non andare cercando quale sorte il destino ha assegnato a me, a te; non consultare i maghi d'Oriente. E' meglio - vedi - non sapere; è meglio sopportare quello che verrà. Forse molti anni ancora stanno davanti a noi; forse questo inverno, che le onde del tirreno fiacca su la scogliera, è l'ultimo. Ma tu ragiona, vivi felice, e, poiché breve è la nostra vicenda, non inseguire i sogni di un futuro lontano. Ecco, mentre noi parliamo, il tempo invidioso se ne va. Cogli questo giorno che fugge, e non fidarti mai del domani.
(da Orazio, Odi, I, II)

sabato 8 dicembre 2012

Avventure della ragazza cattiva, Mario Vargas Llosa

La storia è quella di Ricardito, irrimediabilmente innamorato di una niña mala per oltre trent'anni. E' lo stesso protagonista a raccontarla, con un sottofondo di commiserazione che chiede al lettore indulgenza, solidarietà e nuova commiserazione. 
Io non l'ho amata la  niña mala al contrario di Ricardito, neppure lui a dire il vero. Ho apprezzato, questo sì, la sua capacità di restare vivo ad ogni abbandono, pur senza cuiosità della vita. Non mi è parso amore, il loro. Eppure sarà lei, la niña mala, infine a dar vita al sogno inconfessato di Ricardo: scrivere. Con una richiesta diretta, quelle che in amore si possono fare. 
Nella storia mi sono piaciute le coincidenze pedanti che portavano i due a incontrarsi in ogni angolo del mondo. Mi è piaciuto Arquimedes e il realismo magico sudamericano. Mi è piaciuto lo stile, mai volgare, con un giro di parole sempre elgante. 
Ho letto le varie ipotesi di traduzione per niña mala. Ragazza cattiva, si legge da più parti. Ragazza malata, dico io, scegliendo la traduzione più assonante senza conoscere lo spagnolo. Vittima compiacente di un amore contorto, lei. A ricatto di una breve felicità, lui.

Nessun commento:

Posta un commento