Abbiamo letto questo
libro perché, quando era stato suggerito, B.Lavinia si era
entusiasmata per le due sorelle, Mariolina e Marietta.
In breve, appunto, è la
storia di due sorelle che temevano di invecchiare zitelle - e
una forse ci invecchia dopo il libro - di Belinda fissata con le
mucche, anzi mucchette, della zia Letizia e del Gran Musicante, di Cesare e Claudia.
Tutto si svolge in un borgo. Propizio, appunto. E il tema è l'amore.
Non è stato il libro che
ci aspettavamo. Tutti d'accordo, Maria, B.Lavinia, Patrizia B., Sarah,
Marco, Alessandra, Rosanna, Elke ed io.
Per Marco è il libro più
scazònte che abbia mai letto. L'ha rinominato Borgo Prepuzio.
Anche se deve ammettere che una frase bella, che porta delle
riflessioni, l'ha trovata Ami come meglio puoi una persona, ma non
riesci ad amarla nel modo in cui lei vuole. Per il resto trova
che il libro sia disarmante, e tutte le sue paure rispetto al livello
alto di questo gruppo sono cadute.
Hmmm.
Maria ha sentito un vuoto
imbarazzante in questa lettura. Pare che tutto sia messo in piedi per
superare la banalità, vedi la storia di S.Gregorio Magno che,
secondo Marco, non vale neppure l'indagine.
Ad Alessandra però è
piaciuto, perché ironico e leggero.
Sarah quasi si è
scusata, era stata lei a proporlo.
Elke pensa che l'autrice
l'abbia tirata troppo per le lunghe, ma che la storia sia proprio
sempliciona, leggera. Un po' s'è persa nei meandri del Borgo.
B.Lavinia, che pure s'era
entusiasmata, non ha trovato alcun personaggio di spessore.
Solo Rosanna prova a
riscattare la storia. La legge come una provocazione. Come un
annuncio disatteso, adesso viene il bello e poi lo sdrammatizza. Un po' la
presa in giro di una soap opera, dove di ogni personaggio coglie il
lato poetico, ma anche comico. Poi, ammettiamolo, siamo vissuti anche
noi di fotoromanzi, conclude. E ci devi scrivere un libro? Chiede
Maria.
Ci sono situazioni asfittiche in cui resti condannato, dice di nuovo Rosanna. Così, ci prova l'autrice a farti innamorare dei personaggi per poi subito ridicolizzarli.
Ci sono situazioni asfittiche in cui resti condannato, dice di nuovo Rosanna. Così, ci prova l'autrice a farti innamorare dei personaggi per poi subito ridicolizzarli.
Io non l'ho capita questa
lettura di Rosanna. E, tornando alla storia, mi ha infastidito, e non
solo a me, la volgarità gratuita, da qui la ridenominazione del
titolo da parte di Marco. Ad ogni modo l'unico personaggio che mi ha
incuriosito è Cesare. Non per niente l'unica frase degna di essere
ricordata è sua.
Peccato. Per questo
libro, peccato.
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