Il resoconto di questa
serata è stato interamente redatto da Maria, vista la mia assenza.
Ci ha tenuto a specificare che non ha preso appunti, perché era
sempre dentro al discorso-confronto-scontro, così ha scritto più
seguendo il ricordo emotivo che le esatte parole di chi è
intervenuto.
Eravamo in sei gatti:
B.Lavinia, Marco, Patrizia, sua figlia Marella, Elke ed io.
Marco ha detto subito
che il libro non lo ha preso. Riconosce che l'autrice (o autore?)
scrive bene, ma il tipo di storia non lo interessa e l'ha proprio
stancato, mentre ha divorato il libro di Valerio Varesi," Il
rivoluzionario". Importante sottolineare che Marco non ha letto
"L'amica geniale", quindi non sapeva nulla della storia dei
personaggi.
Le donne presenti,
invece, son state una sola voce di entusiasmo, al di là del tipo di
scrittura, proprio per il tipo di storia, di cui già avevano
conosciuto l'inizio "L'amica geniale". Non ricordo se
tutte, però.
Marella, 19 splendidi
anni, lo ha letto tutto d'un fiato, affascinata dalle vicende dei
giovani napoletani del rione vecchio. Patrizia ci ha confessato
addirittura che si svegliava un po' prima tutte le mattine per andare
avanti nella storia prima di uscire per il lavoro. Come dire: mi
porto dietro e dentro Lila, Lenù, Nino e gli altri, in attesa di
poterli ritrovare e fare un altro pezzo di strada assieme a loro,
tifando per l'una o per l'altra delle due amiche-nemiche, sperando in
un capovolgimento della situazione, in qualche rinsavimento, in una
qualche maggiore libertà di movimento interiore ed esterno.
Ad Elke è risultato
insopportabile Nino. Ci siamo chiesti cosa succederà, visto che il
libro si chiude proprio con Nino che elogia il romanzo di Lena in
pubblico.
Tutti abbiamo
sottolineato il rapporto di reciproca dipendenza tra Lila e Lena,
anche se solo quest'ultima sembra imprigionata in un continuo bisogno
di accettazione, approvazione, stima, e tanto altro da parte di Lila,
per poter avere, solo allora, fiducia in se stessa e nel valore delle
sue scelte, del suo impegno, della sua "scalata"
social-culturale.
Ci è sembrato
esistere altro dall'amicizia tra le due ragazze, o comunque
un'amicizia in qualche modo malata, malsana, ambigua. Non è
difficile ipotizzare che Lena provi sentimenti complicati nei
confronti di Lila, che le permettono, per esempio, di sopportare, di
assistere e addirittura di facilitare la storia d'amore tra Lila e
Nino, quel Nino che Lena ha sempre pensato d'amare.
Ha stravolto un po'
tutti che Lena decida di viversi la sua prima volta proprio con
Donato, il padre del "suo" Nino. Ma forse solo così poteva
in qualche modo sentirsi vicina a quello che stava succedendo nello
stesso momento alla coppia a lei così malamente cara. A me ha
lasciato serena questa vicenda solo perché Lena non ha mai provato
schifo per se stessa, neanche ripensandoci.
Si è passati
inevitabilmente a discutere della violenza degli uomini sulle donne e
a come, per le donne del rione vecchio, fosse prassi normale essere
picchiate e continuare a stimare il proprio uomo. Lila no, lei la
stima la perde.
E ancora ci si è
soffermati sul pensiero del maschio, nelle persona di Stefano, quando
stupra la moglie, aderendo a un ordine che gli veniva da lontano:
devi fare l'uomo, cioè devi piegare tua moglie ai tuoi voleri,
adesso o mai più. E mentre la picchiava e la stuprava, le diceva che
lo stava facendo perché le voleva bene. Quello che continua a
succedere oggi, in ogni parte d'Italia, in qualunque ambiente. Su
questo argomento è partito un dibattito acceso tra Marco e me.
Marco ha più volte
affermato che questo tipo di mentalità è stata ed è della gente
del sud. E a me che cercavo di farlo riflettere che, se per caso era
stato vero nel passato, non lo è più oggi ed è un modo maschile
tout court di ritenere la donna un oggetto e un possesso. Marco ha
detto di stare attenti ai cognomi degli uomini del nord che oggi
fanno violenza alle donne: secondo lui la maggioranza sono cognomi
del sud.
Si è usciti in
qualche modo da questa situazione leggendo brani sottolineati da
Marella e anche da B. Lavinia. E ci siam salutati, ricordandoci
l'incontro di lunedì 20 maggio con Valerio Varesi. Marco ha parlato
un po' de "Il rivoluzionario" facendo venire la voglia di
leggerlo.
Ultima annotazione,
ancora di Marco: quando il libro da leggere è così voluminoso,
bisognerà ipotizzare più tempo per riuscire a farlo con agio.
Anche
a me è stato insopportabile Nino, pure il legame malsano tra le due
ragazze, dove spesso l'una umilia l'altra per meglio sopportare le
proprie umiliazioni. Mi ha fatto arrabbiare Lena che si è data a
Donato mentre questo le faceva violenza.
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