Non andare cercando quale sorte il destino ha assegnato a me, a te; non consultare i maghi d'Oriente. E' meglio - vedi - non sapere; è meglio sopportare quello che verrà. Forse molti anni ancora stanno davanti a noi; forse questo inverno, che le onde del tirreno fiacca su la scogliera, è l'ultimo. Ma tu ragiona, vivi felice, e, poiché breve è la nostra vicenda, non inseguire i sogni di un futuro lontano. Ecco, mentre noi parliamo, il tempo invidioso se ne va. Cogli questo giorno che fugge, e non fidarti mai del domani.
(da Orazio, Odi, I, II)

sabato 25 agosto 2012

il filo lungo dei cormorani


Viviamo in un mondo di storie che cominciano e non finiscono. Ché, sempre, ad ogni alternativa scartata, l'altra, quella che resta, si è già biforcata.
Da un'estate all'altra, il filo lungo dei cormorani. Comunicano tra loro, appollaiati o in volo. L'isolamento solo durante il tragitto. Lì pure si ferma il peso di ricordi.
Ho provato un senso di vertigine. Un disagio che vuole mettermi in fuga, questa sofferenza. Come il verso dell'ultimo uccello di una specie estinta.
Resto viva.
Anche i vivi hanno una lingua senza parole. 

Suggerimento di lettura: 


Se una notte d'inverno 
un viaggiatore 

di Italo Calvino 

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