Mi
piace andar per arte a Ferragosto, è una mia personale tradizione,
tralasciando il mare e la folla. Così i mosaici ravennati l'anno
scorso, Bari vecchia nel 2010, gli scavi di Egnazia nel 2009, i sassi
di Matera nel 2008, le cave di Fantiano, il museo Morandi e così
indietro di almeno dieci anni. Oggi di fatto l'ho
interrotta, Bologna è caldissima, non si gira. Ma anche
silenziosissima. Ideale allora per mantenere un po' fede alla
tradizione e leggere Picasso, le sette vite dell'artista, complice il
recente incontro con Guernica.
Figure sul mare di Pablo Picasso Centro de Arte Reina Sofia - Madrid foto di Vita Marinelli ( si potevano fare ) |
Il
libro, circa 170 pagine, si legge nel tempo di un pomeriggio in un
museo. E' una biografia sull'artista, le cui sette vite scorrono
partendo da un episodio postumo dove una sua opera giovane viene
battuta in asta per cento milioni di dollari. Bambino con difficoltà
della parola, ma con innata facilità per il disegno. Uomo
condizionato dai luoghi e dalla storia, appassionato all'amore e alle
donne, attratto fatalmente dai bassi fondi. Longevo, e non poteva
essere diversamente per poterle vivere, le sette vite. Quasi un
gatto. Ed è l'idea che mi son fatta anche nell'ammirare le sue tele
praticamente monocromatiche, sornioni, verrebbe da dire, pregne di
una malinconia congenita dell'artista.
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