Non andare cercando quale sorte il destino ha assegnato a me, a te; non consultare i maghi d'Oriente. E' meglio - vedi - non sapere; è meglio sopportare quello che verrà. Forse molti anni ancora stanno davanti a noi; forse questo inverno, che le onde del tirreno fiacca su la scogliera, è l'ultimo. Ma tu ragiona, vivi felice, e, poiché breve è la nostra vicenda, non inseguire i sogni di un futuro lontano. Ecco, mentre noi parliamo, il tempo invidioso se ne va. Cogli questo giorno che fugge, e non fidarti mai del domani.
(da Orazio, Odi, I, II)

giovedì 15 novembre 2012

Incontro con l'autore, Amneris di Cesare

Lunedì 19 novembre alle 20.00 in via Lame 116 a Bologna incontro con Amneris di Cesare per discutere del suo libro Nient'altro che amare

È la madre a darle quel soprannome, a' zannuta. Una madre che non l'ha mai amata per via di quei denti sporgenti che le danno un'espressione che vagamente ricorda quella di una coniglia. Non l'ha mai difesa da un padre violento e ubriacone che, come tutti in paese, l'ha sempre considerata una ciòta, una stupida, una che non serve ad altro che a divertire gli uomini, grazie al corpo maledettamente sensuale che si ritrova. Ma Maria non sarà mai come lei. Amerà i suoi figli, tutti, indistintamente e nonostante li abbia avuti, spesso, dopo aver subito violenza. Perché come l'animale a cui assomiglia, Maria è prolifica, forte e mansueta. Ma non provate a portarglieli via, quei figli. Perché come i conigli, Maria sa mordere. La vita come l'amore. Perché Maria è una che ama, una che non sa fare nient'altro che amare.

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