Non andare cercando quale sorte il destino ha assegnato a me, a te; non consultare i maghi d'Oriente. E' meglio - vedi - non sapere; è meglio sopportare quello che verrà. Forse molti anni ancora stanno davanti a noi; forse questo inverno, che le onde del tirreno fiacca su la scogliera, è l'ultimo. Ma tu ragiona, vivi felice, e, poiché breve è la nostra vicenda, non inseguire i sogni di un futuro lontano. Ecco, mentre noi parliamo, il tempo invidioso se ne va. Cogli questo giorno che fugge, e non fidarti mai del domani.
(da Orazio, Odi, I, II)

lunedì 18 febbraio 2013

Mancarsi, Diego De Silva

Una storia d'amore raccontata dalla fine di altre due che si sfiorano e ancora non si incontrano. Si legge in un pomeriggio questo racconto lungo, si legge facendo il tifo per i due personaggi pedinati e osservati con pazienza dall'autore. Raccontati senza ipocrisia, ché c'è poco da essere ipocriti quando rischi di giocarti la vita.

Non si può essere fedeli nel raccontare la fine di una storia. Anche se sembra un controsenso (ma è solo una delle tante ipocrisie che ci toccano), quando viene il momento di dare la notizia siamo portati a non dire male della persona che abbiamo (o ci ha) lasciato. Anche se ci ha ferito più di chiunque altro, e non riusciremmo a perdonarla nemmeno se volessimo. Dobbiamo fare informazione, e temiamo l'apprezzamento del pubblico. Abbiamo paura che non capisca, che giudichi dal titolo, senza leggere; e in questo modo faccia scempio di tutto quello che c'era dietro e prima , tutto quello che per noi ha avuto senso e valore ed era nostro. Allora esponiamo una versione ufficiale della fine, che esponiamo sereni, pazientemente disposti a spiegare, come se il nostro atteggiamento benevolo vrso le ragioni dell'altro, così diverse dalle nostre, facesse passare l'idea che non abbiamo fallito del tutto. Non è il semplice orgoglioche ci spinge a impegnarci in questa finzione (....): è l'unico modo, per quanto disperato e falso, che ci resta per non tradire qualcosa che abbiamo amato.

Già. Per quanto disperato e falso.

2 commenti:

  1. Avevo scritto e tanto...e non ho saputo inviarlo, evidentemente! Uffi...
    Avevo scritto che se l'amore è finito ed è finito male, dirlo con onestà e crudezza, nel caso, non ci rende traditori di quell'amore che era e non è più. Ci rende solo consapevoli dei nostri errori e di quelli dell'altro. E se l'altro è stato un bastardo, l'amore vissuto non cambia di una virgola.Mentre c'era, era, esisteva, anche se magari ce la siamo un po' raccontata. Poi è finito, male, tanto male, un po' bene, è finito. Forse che non lo sappiamo che la promessa di amore eterno attiene alle favole e alla fede? La meraviglia, in verità, è che si è capaci di amare ancora ancora e ancora, ogni volta, anche quando stiamo soffrendo da morire. Mancarsi lo racconta.Ed è vero, parola d'onore!
    Maria


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    1. Leggero' il libro ovviamente, mi fido! sarah

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