Tratto da Le Braci di Sandor Marai
Perché le cose non accadono così, per caso. Gli uomini contribuiscono al loro destino, a determinare certi eventi. Invocano il loro destino,
lo stringono a sé e non se ne separano più. Agiscono così pur sapendo
fin dall'inizio che il loro modo d'agire porterà a risultati nefasti.
L'uomo e il suo destino si realizzano reciprocamente modellandosi l'uno
sull'altro. Non è vero che il destino s'introduce alla cieca nella
nostra vita: esso entra dalla porta che noi stessi gli abbiamo
spalancato, facendoci da parte per invitarlo a entrare. Non c'è infatti essere umano abbastanza
forte e intelligente da saper allontanare, con le parole o con i fatti,
il destino infausto che deriva, secondo una ferrea legge, dalla sua indole e dal suo carattere.
Marai!Il destino di cui scrivi tu sembra solo infausto e nefasto. Accidenti!
RispondiEliminaE' vero che possiamo sentirci troppo deboli a volte, e magari anche a lungo, per contrastare gli eventi che allontanano la realizzazione dei nostri sogni.
Ma possiamo anche, e tanto a lungo, sentirci forti e in grado di modellare il nostro carattere perché non ci condizioni, non ci paralizzi, non ci renda infelici. Ne ho esperienza diretta, caro Marai.
E poi non siamo isole. Incrociamo continuamente altrui destini, che si affiancano al nostro, lo contaminano anche gioiosamente, e misteriosamente lo nutrono.
Insomma, ce la possiamo fare ad essere abbastanza forti ed intelligenti per lavorare su di noi e plasmarci con le nostre mani intrecciate a tante altre, Marai. Sì.