Non andare cercando quale sorte il destino ha assegnato a me, a te; non consultare i maghi d'Oriente. E' meglio - vedi - non sapere; è meglio sopportare quello che verrà. Forse molti anni ancora stanno davanti a noi; forse questo inverno, che le onde del tirreno fiacca su la scogliera, è l'ultimo. Ma tu ragiona, vivi felice, e, poiché breve è la nostra vicenda, non inseguire i sogni di un futuro lontano. Ecco, mentre noi parliamo, il tempo invidioso se ne va. Cogli questo giorno che fugge, e non fidarti mai del domani.
(da Orazio, Odi, I, II)

mercoledì 27 febbraio 2013

Sul destino

Tratto da Le Braci di Sandor Marai

Perché le cose non accadono così, per caso. Gli uomini contribuiscono al loro destino, a determinare certi eventi. Invocano il loro destino, lo stringono a sé e non se ne separano più. Agiscono così pur sapendo fin dall'inizio che il loro modo d'agire porterà a risultati nefasti. L'uomo e il suo destino si realizzano reciprocamente modellandosi l'uno sull'altro. Non è vero che il destino s'introduce alla cieca nella nostra vita: esso entra dalla porta che noi stessi gli abbiamo spalancato, facendoci da parte per invitarlo a entrare. Non c'è infatti essere umano abbastanza forte e intelligente da saper allontanare, con le parole o con i fatti, il destino infausto che deriva, secondo una ferrea legge, dalla sua indole e dal suo carattere.

1 commento:

  1. Marai!Il destino di cui scrivi tu sembra solo infausto e nefasto. Accidenti!
    E' vero che possiamo sentirci troppo deboli a volte, e magari anche a lungo, per contrastare gli eventi che allontanano la realizzazione dei nostri sogni.
    Ma possiamo anche, e tanto a lungo, sentirci forti e in grado di modellare il nostro carattere perché non ci condizioni, non ci paralizzi, non ci renda infelici. Ne ho esperienza diretta, caro Marai.
    E poi non siamo isole. Incrociamo continuamente altrui destini, che si affiancano al nostro, lo contaminano anche gioiosamente, e misteriosamente lo nutrono.
    Insomma, ce la possiamo fare ad essere abbastanza forti ed intelligenti per lavorare su di noi e plasmarci con le nostre mani intrecciate a tante altre, Marai. Sì.

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